Iacobilli, Bellani e Palazzo Trinci. Un filmato al centro della Festa di Scienza e Filosofia
Il giorno fatidico è domenica 30 aprile, alle ore 17,15. Sarà proiettato, nell’aula didattica di Palazzo Trinci, il filmato “Narrare per immagini. Dalla parola scritta alla parola visiva”; regista è Enrico Bellani, la prosa è del sottoscritto. Si adempie un sogno che ha interessato tutto il personale della Biblioteca, quella fondata nel 1662 da Lodovico Iacobilli, che giustamente le ha dato anche il nome.
È un film che narra vicende prevedibili e imprevedibili. Il racconto di queste vicende somiglia costantemente a un sogno avventuroso e coinvolgente. Nessuno crederebbe che una Biblioteca sia così sbarazzina e vanitosa da porsi al centro di una giornata importante della Settima Festa di Scienza e Filosofia, nella nostra città.
Nel filmato sono descritti i monumenti di Foligno più belli e sconosciuti, appartenenti all’epoca della fondazione della Biblioteca.
Chi vuole scommettere che, tra migliaia di Folignati, soltanto due o tre forse sanno dov’era via del Forno? Uno o due sanno che nel portale della casa di Iacobilli, in via del Forno, è scritta, in caratteri maiuscoli e solenni, una raccomandazione in latino rivolta alla porta: “Apriti agli amici veri e chiuditi ai nemici”. E Mormonzone? Dov’è Mormonzone? E i Bollandisti belgi, che coltivarono l’amicizia con Lodovico, chi sono? La famosa tavola Peutingeriana chi l’ha consultata?… Ma ora intervistiamo il regista del filmato.
Enrico, quale colore hai scelto per descrivere la città di Foligno nel Seicento? L’oro barocco?
Acqua, acqua! Sei fuori strada. Io da ragazzo amavo il colore vinaccio, un viola particolare. La familiarità col cinema e coi registi più quotati mi ha fatto cambiare e ho scelto il verde e il blu. Bada bene che il verde indica il pianeta terra, il blu indica il cielo; così mi pare che resto nel guscio del genere umano, ma sono presente anche nello spazio infinito, in alto, fuori dal guscio. Nel filmato lo spettatore potrà godere delle pitture della chiesa cittadina del Crocifisso, soprattutto quelle del soffitto a cupola, bellissime, probabilmente godute anche da Iacobilli.
Regista Enrico, saliamo dunque più in alto: quali valori, secondo te, non sono negoziabili perché preziosissimi?
La differenza, la differenza! È lei che indica la volontà di non lasciarsi trascinare dagli idoli delle masse. Magari giocare, ma un gioco senza servitù. A me un’ebrea ha insegnato, su questo tema, più di un anno scolastico della scuola frequentata da me. A me piacciono i vecchi contadini, sapienti di una sapienza antica e sempre valida. In un filmato dedicato all’ulivo, pianta la più simile agli uomini, mi sono attardato ad ammirare il passo di un coltivatore, lento, su una strada sassosa, sicuro e a suo modo solenne. Ecco i valori differenti che non sono in vendita.
Che cosa hai imparato girando le immagini della Biblioteca Iacobilli?
Ho imparato questo: l’isola dove sono le cose che conosco è troppo piccola, invece è troppo vasto l’oceano delle cose che ignoro. Tu mi hai fatto grande impressione quando chiamasti i carrelli usati per spostare i libri in Biblioteca “Scialuppe di salvataggio”. Da che cosa salvano? Dalla malvagità e dalla rassegnazione supina, dalla menzogna e dal superbo supercilio, dalla religione formale e dalla religione svenduta al potere.
Allora, si va a Palazzo Trinci domenica 30 alle ore 17,15, un tempo per sognare e per imparare. Vediamo poi che succede.
DON DANTE CESARINI