Foligno calcio, che rabbia!
“Il ‘mio’ Foligno escluso dal campionato? È un durissimo colpo al cuore. Un verdetto che penalizza i tifosi, la città e anche le istituzioni. Aggiungo anche che tutti questi soggetti, remando nella stessa direzione, hanno l’obbligo di impegnarsi al massimo nel tentativo di provare a ricostruire dalle ceneri di questo ‘fallimento’ un nuovo sodalizio e una squadra con il nome della città che, in tempi brevi, possa ritornare a calcare nuovamente i palcoscenici del calcio che conta”. Chi parla è Pierpaolo Bisoli, il tecnico con il quale i falchetti, in un passato non tanto remoto, sono arrivati ad un passo dalla promozione in serie B. Il mister è deluso, amareggiato per la sorte decretata dal Giudice Sportivo. Un verdetto che nei prossimi giorni finirà con la inevitabile radiazione perché di fatto la Federcalcio cancellerà il Foligno dalla geografia del calcio.
Brutta storia, vero mister?
“Non è retorica ma assistere impotenti a quanto è accaduto al Foligno fa davvero rabbia. Sono altrettanto convinto, però, che dalle polveri di questa brutta esperienza la città di Foligno, attraverso l’impegno delle istituzioni, troverà la forza e le risorse per ritrovare l’entusiasmo dei tempi migliori e individuare il percorso da intraprendere per dare il via alla risalita. Poco importa la categoria. L’importante è trovare la soluzione giusta, attraverso personaggi che con il loro impegno siano capaci di allestire un nuovo organigramma e un progetto a medio o lungo termine capace di dare concretezza alle legittime aspettative ed esigenze di una piazza alla quale sono ancora molto legato, competente, frastornata e mortificata per questa triste vicenda ma capace, nel tempo, di rialzare la testa”.
Foligno e Bisoli: un legame che continua a rimanere scolpito nella memoria del popolo biancazzurro…
“La mia avventura sulla panchina del Foligno ha rappresentato un’autentica rampa di lancio. Una stagione indimenticabile, per l’affetto ricevuto dalla città, per le imprese e i risultati. Una tappa che mi ha consentito di propormi alla ribalta del calcio nazionale, grazie anche ad un collettivo zeppo di grossi giocatori che con il Foligno sono cresciuti, tant’ è che molti di loro militano nel massimo campionato, altri nella serie cadetta e addirittura Marco Parolo è ormai titolare inamovibile del clan azzurro della Nazionale”.
Quali i ricordi più significativi vissuti alla guida dei falchetti?
“Tanti. In particolare l’affetto dei tifosi, il legame con la città, i tanti amici e il rapporto con l’allora dirigenza e il grande impegno e le qualità di Federico Cherubini”.
Quale il giorno più bello della tua stagione, tutta da incorniciare?
“Su tutti, la partita con il Verona. Quella che di fatto ci ha spalancato le porte dei play off. Un sogno che, purtroppo, si è spezzato in occasione della partita di ritorno con il Cittadella. Partita che il Foligno ha avuto l’opportunità per chiudere in avvio. Non ci siamo riusciti e, alla fine, abbiamo pagato ma non demeritato”.
Tappa, quella con il Cittadella, che i tifosi ricordano per quel tuo gesto che di fatto ha segnato la fine della tua avventura con il Foligno…
“Se il riferimento è legato all’inchino che mi sono sentito in obbligo di fare nei confronti della curva dove erano presenti un migliaio di tifosi dei falchetti, non ho difficoltà ad ammettere che quel gesto ha rappresentato il mio congedo dal Foligno perché avevo già intuito che il bel giocattolo del Foligno si stava per frantumare. Un evento che dopo alcune stagioni, trascorse all’insegna di grosse difficoltà economiche, puntualmente si è verificato. Avevo quindi intuito che la mia avventura con il Foligno era ormai all’epilogo e, anche con dispiacere, ho capito che era il momento di iniziare un nuovo percorso con un’altra realtà calcistica che garantiva un progetto più ambizioso”.
CARLO LUCCIONI