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“Senso di comunità e aiuti concreti: a Norcia la speranza non deve morire”. “Le Caritas estere che abbiamo aiutato noi ora ci sostengono”

“Dobbiamo restituire il senso di comunità alle popolazioni colpite dal terremoto, non bastano i soli aiuti materiali”. Mauro Masciotti, direttore dell’Ufficio Caritas, racconta l’aiuto che la diocesi di Foligno sta portando ai terremotati umbri.
Mauro, la Caritas di Foligno è scesa in campo accanto ai terremotati sin dai primi momenti ma ancora di più dopo il sisma del 30 ottobre. Quali sono stati i vostri primi interventi?
Dopo la scossa di domenica, la Protezione Civile ci ha chiamato in aiuto delle famiglie che stavano trasferendo da Norcia a Magione. I nostri volontari si sono subito attivati e in poche ore hanno riempito due camion di vestiario. Da lunedì scorso, poi, una coppia della Casa della Carità ha iniziato un presidio a bordo di un nostro camper e monitora le famiglie e le aziende di Norcia. Nel più breve tempo possibile vogliamo creare un campo che permetta a tutte le diocesi umbre di alternarsi nel sostegno a queste zone.
Con i tempi tecnici necessari alle istituzioni per intervenire, il vostro si rivela un aiuto fondamentale.
Sì, con i nostri operatori abbiamo attivato una scelta di vicinanza portando avanti progetti specifici che aiutino le famiglie che versano in serie difficoltà perché vivono ancora in macchina o in alloggi precari. Finché le istituzioni preposte non porteranno loro i moduli o garantiranno altre strutture, restiamo noi ad affiancarle con roulotte e camper per permettere loro di rimanere vicino alle proprie case e aziende agricole.
Buona parte dell’economia norcina, infatti, ruota attorno all’agricoltura e all’allevamento. Qual è il contributo delle altre Caritas italiane?
Abbiamo istaurato un gemellaggio tra tutte le regioni ecclesiali italiane, in particolare tra Campania, Sardegna, Triveneto e le altre diocesi umbre rispetto a Spoleto-Norcia. Insieme vogliamo sostenere le aziende nella cura dei capi di bestiame in pericolo e promuoverne l’acquisto dei prodotti. Le iniziative in merito sono tante, ma bisogna sempre stare attenti alle fonti che le pubblicizzano: devono sempre essere ufficiali e, nel dubbio, conviene rivolgersi alle Caritas locali che sono in stretto contatto con il coordinamento regionale. A Norcia non ci sono magazzini, le strade sono interrotte e le esigenze specifiche variano di settimana in settimana.
In realtà tutto il mondo sta correndo in soccorso alle nostre popolazioni: un contributo prezioso giunge anche dalle Caritas internazionali, giusto?
Con l’Arca del Mediterraneo abbiamo coinvolto le diocesi gemellate della Grecia e le Caritas nazionali all’estero che finora abbiamo aiutato noi. Le comunità palestinesi e di Betlem, le realtà libanesi e keniane, le Caritas europee hanno tutte espresso la disponibilità a sostenerci, pure economicamente, creando un bel progetto di solidarietà.
Oltre all’aiuto materiale è indispensabile il sostegno morale!
È fondamentale: come diocesi ci stiamo impegnando soprattutto con la solidarietà. Emerge ora la rabbia, la confusione e la disperazione per quanto successo, ma la speranza non deve morire. Tutti, anche come Chiesa, dobbiamo lavorare per permettere alle persone di continuare a vivere e a rimanere nel loro territorio. Il rischio che queste comunità una volta spogliate non riemergano più è concreto: sta a noi far sì che – con un termine che ci appartiene – risorgano, come chiese e come comunità.

ANNAMARIA BARTOLINI

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