ok-dipendenze-da-gioco-dazzardo

“Al gioco ho perso 50.000 euro, ma uscire dalla dipendenza è possibile”. Un cinquantenne padre di famiglia ha raccontato la sua storia alla Gazzetta

Sono sempre di più le famiglie del nostro territorio colpite dalla piaga del gioco d’azzardo. Una piaga che a volte può apparire incolmabile, ma che in realtà con la buona volontà può essere curata e rimarginata, come ci racconta Giuseppe. Giuseppe (nome fittizio), è un uomo sulla cinquantina, un lavoratore, un padre di famiglia, che quasi per scherzo ha cominciato a tentare la fortuna con le slot-machine. “All’inizio un passatempo, un divertimento”, ci racconta, “che poi si è rivelato essere una vera e propria dipendenza”. Oggi Giuseppe è seguito dal Centro per la dipendenza da gioco d’azzardo di Foligno, e grazie all’aiuto dei validissimi dottori del Centro è riuscito a superare questo suo problema. “Sono due anni – racconta – che non gioco più. Esattamente il quattro dicembre di due anni fa ho deciso di smettere, di riprendere in mano la mia vita”. Oggi Giuseppe ha riscoperto la voglia di vivere. Vuole recuperare il tempo perduto, il troppo tempo sprecato a giocare con le slot e vuole testimoniare la sua esperienza, nel desiderio di dare un barlume di speranza ai tanti giocatori persi nel mare della dipendenza.

Come hai iniziato a giocare e perché?                 

Oggi come oggi è facile iniziare a giocare. Basta entrare in un locale e la tentazione è tanta, come se un bambino entrasse nella fabbrica della Perugina. Personalmente ho iniziato quasi per scherzo, per provare a vincere qualcosina. Inizi, giochi una, due, tre volte e non riesci più a smettere, come quando inizi a fumare. È come un vortice, un turbine psicologico.

Cosa provavi mentre giocavi? E cosa ti spingeva a farlo?

Da ex giocatore mi renok-dipendenze-da-gioco-dazzardo-copiado conto che il desiderio di giocare non è dato dalla vincita in sé, ma dall’atto stesso di giocare. Infatti se un giocatore vince in una mattina anche 1000 euro, non smette di giocare, ma continua e arriva alla sera che non solo ha perso quei 1000 euro ma anche altri 1000.

Hai mai chiesto in prestito soldi per il gioco?

Purtroppo sì, ma ho richiesto sempre soldi alle banche e mai agli strozzini.

Per quanti anni hai gio
cato e quanto denaro hai perso?

Ho giocato per circa quindici anni e in tutto questo tempo ho perso circa 50 mila euro.

Quando la tua famiglia è venuta a conoscenza di questo tuo problema, come ha reagito? Ha cercato di aiutarti?

Ovviamente all’inizio non ha reagito bene, ma ha subito cercato di aiutarmi. Ci siamo rivolti al Centro per la Dipendenza da gioco d’azzardo di Foligno. Ho portato all’incontro anche i miei figli, per metterli a conoscenza del problema. Da padre ti senti in colpa, ti senti un fallito, cade la tua figura paterna. Fortunatamente i miei figli hanno capito la situazione. Mi sono stati sempre vicino ed ora sono orgogliosi di me, del mio impegno. Sanno che frequento assiduamente il gruppo al centro di Foligno e che da due anni a questa parte non mi sono più avvicinato alle slot.

Come sei riuscito a prendere la decisione di chiedere aiuto ad un centro?

Ho sempre negato di giocare. Se mia moglie mi chiedeva qualcosa io negavo sempre. Finché un giorno mia moglie è entrata in un locale e mi ha visto. Ho rischiato anche la separazione e in quel momento ho deciso di smettere, di riprendere il mio tempo, la mia identità. Ho avuto paura di perdere la mia famiglia.

Come ti ha aiutato il Centro per le dipendenze di Foligno?

Insieme a mia moglie, ho contattato la dottoressa Lucia Coco, referente del centro. È lei che mi ha aiutato e mi ha seguito nei momenti di maggiore difficoltà. Per i primi sei mesi, una volta alla settimana, mi ha ricevuto personalmente. Per prima cosa, la dottoressa richiede che il paziente trovi una persona fidata che possa effettuare un monitoraggio economico, cioè che possa controllare costantemente le sue entrate di denaro e le uscite. Io ho scelto mia moglie. Dopo questa prima fase di incontri privati, la dottoressa cerca di inserire il paziente in un gruppo di giocatori. Attualmente esistono due gruppi a Foligno: uno per i giovani e un altro per le persone più adulte. I gruppi si incontrano una volta a settimana ed insieme i pazienti discutono dei loro problemi. Io incontro il mio gruppo ogni lunedì alle ore 18. Il gruppo è per me fondamentale. Nel gruppo ci si sfoga, ci si aiuta vicendevolmente. È un servizio importantissimo offerto dal Centro per la Dipendenza da gioco d’azzardo ed è completamente gratuito.

Hai mai sentito la mancanza del gioco?

Ovviamente il gioco è una dipendenza a tutti gli effetti. A volte ne sentivo la mancanza, ma da quando ho iniziato a frequentare il gruppo sono stato sempre più motivato. Adesso il gioco mi è indifferente. Se entro in un locale e vedo delle persone giocare, provo fastidio ed esco. Non solo ho smesso di giocare, ma anche di fumare!

Quali consigli daresti ad un giocatore?

Smettere di giocare è difficile, ma non impossibile! Per prima cosa il giocatore deve confidarsi con una persona che gli è vicina. Per seconda cosa deve farsi aiutare e rivolgersi ad un centro specializzato come quello di Foligno. Fondamentale è raccontare tutta la verità, vuotare il sacco su tutti i debiti che uno ha. Inoltre deve evitare di frequentare locali dove si può giocare d’azzardo e cercarsi altri hobby e altri passatempi. Meglio farsi una bella passeggiata all’aria aperta che giocare con le slot!

CELESTE BONUCCI

0 shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content