Il senso delle proporzioni
Da una parte c’è la città. Per i tempi difficili che sta attraversando l’Italia, Foligno non vive una situazione particolarmente critica. L’agricoltura è all’avanguardia con le sue cantine e i suoi frantoi. L’industria ha i suoi punti di forza nell’Umbra Cuscinetti, nell’Oma Tonti, nella NCM. Anche se il raddoppio ferroviario non è cosa di oggi, la nuova SS77 rappresenta una dotazione infrastrutturale di prim’ordine, al punto che chi viaggia verso Civitanova Marche si chiede come abbiano fatto i folignati a meritarsi quel costosissimo investimento. Così come sono attivi l’aeroporto e il Centro di Protezione Civile. Il commercio si sta lentamente ma vivacemente risollevando, almeno con la ristorazione, nelle vie di un centro storico rinato con la ricostruzione post-terremoto. La cultura è un fiorire di iniziative: Quintana a parte, ci sono le mostre di Palazzo Trinci e del Ciac, il Festival Scienza e Filosofia del Laboratorio di Scienze, la ricca stagione degli Amici della Musica, le conferenze dell’Archeoclub, l’offerta cinematografica di due multisale, perfino i corsi frequentatissimi dell’Università della Terza Età giunta al trentesimo anno di attività. L’offerta scolastica vede la presenza di tutti gli istituti superiori. Per la sanità c’è un ospedale nuovo e due corsi universitari che preparano alle professioni sanitarie. Nel sociale (nuovi poveri e immigrati) si spendono generosamente la Caritas e la Casa dei Popoli. E, a fornire carburante un po’ a tutti, intervengono sempre i contributi della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Di fronte a tale inventario pure lacunoso, che conta soggetti dinamicissimi, c’è l’Amministrazione comunale. Forse è un po’ più lenta dei soggetti privati e del terzo settore, ma non dev’essere così male se gli altri Comuni del Perugino hanno voluto Mismetti come Presidente della Provincia. Il quale Mismetti, con la sua Giunta, una bussola ce l’ha. L’esempio è la limitazione del traffico nel Centro Storico cittadino: “procediamo con gradualità”, dice il Sindaco, “allarghiamo la zona pedonale un pezzo alla volta, in modo che tutti si adattino, e poi continuiamo”. Lo stesso sta avvenendo per l’Ospedale che, per carenza di risorse, dovrà integrarsi con quello di Spoleto. “Mettiamo in campo tre esperti per ogni città e troviamo le soluzioni insieme”. Un percorso del genere, solo parzialmente esplicitato, riguarda lo smaltimento dei rifiuti organici. Già, il biodigestore. I rappresentanti del M5S e del WWF hanno soffiato sul fuoco ed è nato una Comitato del No. Come sostiene Grillo, la politica dei 5S è “dire sempre NO, al referendum, a tutto”. Peccato che con i “no e basta” non si vada da nessuna parte. Sollevare un problema di informazione e di controllo è giusto, ed in questo le autorità pubbliche sono arrivate in ritardo. Ma qualcuno dovrà pur spiegare alla popolazione come mai i biodigestori sono un affare a Conselice (RA), Cadino (TN), Nera Montoro (TR) e in tante altre città italiane. Infine c’è la grande questione dell’area dello zuccherificio. Un problema che si è incancrenito, ma che va affrontato discutendone e discutendone ancora per chiuderlo definitivamente. Non fuggendo dal Consiglio comunale. Non facendo i bambini perché non si è ottenuta la sinecura di un assessorato.
Oggi Perugia e Terni stanno messe molto peggio di Foligno. I consiglieri della fronda comunale devono solo recuperare il senso delle proporzioni tra la loro dimensione e la dimensione della città.
ROBERTO SEGATORI