Johnny Stecchino, mafiosità e piano del traffico
Una riflessione sulla crisi civile del nostro paese e della nostra città
Nel celebre film “Johnny Stecchino” il faccendiere del boss mafioso, sosia dell’autista di scuolabus Dante (alias Roberto Benigni), manifesta all’incredulo toscano la propria profonda preoccupazione per un grande problema che affligge la città di Palermo e, dopo una complice alzata di sopracciglia ed una lunga pausa di silenzio, non senza mostrare una certa reticenza ed un profondo disgusto, rivela che il grande problema di Palermo è… il traffico! La gente che ascolta attorno compie gesti di palese assenso e si prodiga in commenti: ah, com’è vero!
Una scena memorabile che strappa risate amare e che, meglio di tante analisi criminologiche, getta una luce chiarificatrice su una delle principali caratteristiche della mafiosità: negare se stessa, anche a rischio di tracimare nel ridicolo. Un rischio che corriamo tutti, nessuno escluso, quando, tra le tante difficoltà di questo momento storico (e di questa nostra città) ci soffermiamo su aspetti tutto sommato secondari e taciamo l’essenziale.
L’essenziale è una malattia civile, latente e diffusa che è, appunto, mafiosità.
Non è un problema di taluni e dal quali altri possano dirsi non toccati, non perché tutti ne siano affetti (che sarebbe come dire che non lo è nessuno), ma perché riguarda l’intero corpo sociale come unità.
Mafiosià è tacere il vero pensando di poterne avere un tornaconto oppure, semplicemente, “perché io mi faccio i fatti miei”.
Mafiosità è dare il proprio voto per un vantaggio personale anziché per il bene di tutti.
Mafiosità è sentirsi furbi a non pagare le tasse, tanto chi può fa così.
Mafiosità è non fare un passo indietro, nemmeno davanti all’evidenza di uno scandalo, spacciando il tornaconto personale per bene pubblico.
Mafiosità è chiamare beneficenza il favore politico, è non scandalizzarsi dell’ingiustizia o dello sperpero di denaro pubblico, perché tanto “è sempre stato così” e tutti “rubano nella stessa maniera”.
Mafiosità è favorire l’amico, il parente, il conoscente, il proprio quartiere, la propria città!
Mafiosità è cercare di sistemare le persone, anziché cercare le persone giuste per sistemare le cose.
Mafiosità è elargire un diritto come una concessione, mafiosità è elemosinare un diritto come un favore.
Mafiosità è rivolgersi all’amico, anziché all’ufficio competente, è cercare sempre un modo per scavalcare la fila che tutti gli altri debbono fare.
Molti pressanti problemi affliggono questo nostro tempo e questa nostra città, ma più di tutto soffriamo per un male civile che occorre diagnosticare e cominciare a combattere.
Intanto, visto che quello del traffico è indubitabilmente un grande problema (ah com’è vero!) nel 2011 la giunta comunale rivedrà il piano della circolazione.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI