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La religione cattolica per una scuola di qualità

Docenti sempre in formazione al servizio della persona

Insegnanti di religione della diocesi di Foligno

Sono una trentina gli insegnanti di religione cattolica (idr) in servizio nelle scuole del territorio diocesano. Un piccolo gruppo di docenti i quali, giorno dopo giorno, incontrano l’esercito di circa diecimila alunni che frequentano le aule delle comunità cittadine di Foligno, Spello e Valtopina, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria superiore. In tutti i plessi scolastici, gli idr sono lì – senza tanto rumore – nel mondo dell’istruzione, per servire la persona nei volti, prima di tutto, dei discenti, in stretta collaborazione con i genitori, gli insegnanti delle altre discipline di studio e il personale ausiliario.
Nello sforzo quotidiano di entrare in dialogo con l’uomo e la donna di oggi per incontrarli nella perenne domanda di senso, che spesso appare più flebile nella confusione mediatica delle “non-risposte”, il contributo dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) può aiutare i ragazzi a riflettere sul senso della vita, abilitandoli al sapere religioso e aiutandoli a scrutare con fiducia un’esistenza che può svilupparsi in modo progettuale. Ciò richiede per i docenti, oltre a quella iniziale (almeno quattro anni di studio universitario nelle scienze religiose e teologiche), una formazione continua, che necessita di percorsi di accompagnamento sostanziati dalla riflessione biblica, storico-culturale, antropologica e pedagogico-didattica. È quanto ha sempre cercato di fare, con sapienza, il Direttore del Servizio Irc della diocesi, don Giuliano Pastori, grazie ai continui stimoli formativi posti in essere per offrire alle scuole pubbliche, attraverso gli insegnanti di religione, un servizio competente, secondo quanto richiede il Codice di Diritto Canonico su questa disciplina di studio e su coloro che la insegnano. Di fronte a un ventaglio di offerte formative di indubbio livello, diversi idr della nostra diocesi continuano a partecipare ai corsi della Cei, a quelli promossi dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi e dalla Commissione regionale dei vescovi umbri che si occupa di educazione, scuola e università, senza trascurare importanti esperienze formative diocesane, come i corsi di religione per i docenti di classe della scuola primaria e dell’infanzia e il progetto “Cittadini del mondo”. Inoltre vanno qui ricordati gli incontri diocesani in piccoli gruppi di idr il giovedì presso la sede dell’Ufficio Scuola di piazza Giacomini, come anche la presenza costante di alcuni insegnanti di religione cattolica il lunedì sera presso la Scuola interdiocesana di formazione teologica. Un prossimo corso, inoltre, aiuterà i docenti a rafforzare le proprie competenze nella gestione delle relazioni. Gli idr, infatti, avvertono le difficoltà che un tale impegno educativo, profuso a più livelli, comporta, ma hanno anche la consapevolezza di essere una risorsa sia per la Chiesa locale – dalla quale sono inviati nel servizio pubblico dell’istruzione – sia per la società.

© Gazzetta di Foligno – FAUSTO RAPACCINI

Trentasei anni di insegnamento

La mia attività di insegnante di Religione è iniziata nel 1974 presso la scuola media “Leonardo da Vinci” di Perugia; sono stata successivamente, nel 1978, all’IPSIA di Perugia per quattro anni e solo nel 1981 ho cominciato ad insegnare a Foligno nell’Istituto Tecnico Commerciale “Feliciano Scarpellini”. Sono quindi approdata all’Istituto Tecnico Industriale e per Geometri “Leonardo da Vinci” nel 1992, dove ho concluso la mia carriera. Ho già da diversi mesi rimesso nelle mani del Vescovo Gualtiero il mio sentito grazie per la fiducia che la Chiesa ha riposto inme, mandandomi a rivestire un ruolo sicuramente significativo.
E’ stata per me personalmente e credo anche per la mia famiglia una grande occasione di crescita nella fede; la necessità di leggere e confrontarsi quotidianamente con la Parola è di sicuro un continuo stimolo ad interrogarsi e approfondire il significato e il valore della propria esistenza. E’ stata anche occasione di incontro con tantissimi alunni, genitori, colleghi e a poco a poco si arriva ad una consapevolezza che permette di costruire continue relazioni fondate sull’impegno, sull’ascolto, sulla propria professionalità.
Non sempre e non tutto è stato facile, in tanti anni consecutivi di insegnamento ho potuto vedere i tanti cambiamenti avvenuti nella scuola e la grande trasformazione che la Religione Cattolica ha subito passando da veicolo catechetico e confessionale a strumento di formazione inserito nel contesto scolastico con le finalità di disciplina. L’insegnamento della Religione Cattolica è una risorsa dell’umanesimo cristiano secondo l’ottica originale, storicamente riconosciuta, del Vangelo e secondo l’insegnamento della Chiesa. L’insegnante diventa così il primo operatore culturale a livello ecclesiale, fedele alla Chiesa e alla scuola in quanto risorsa educativa che lavora con competenza e professionalità per farsi carico di iniziare gli alunni al binomio cultura-fede. Questa trasformazione non è per tutti così chiara e palesemente realizzata, perché è soggetta alla passione educativa e al modo originale con cui ogni insegnante vive all’interno della scuola, offrendo una proposta culturale che si estende oltre i confini dell’aula per raggiungere molti colleghi e molte famiglie disponibili al dialogo.
Ho avuto poi anche l’opportunità di collaborare con l’Ufficio Catechistico, guidato da don Giuliano Pastori, in cui mi è stato possibile realizzare un rapporto privilegiato con gli altri insegnanti di Religione e seguire un percorso di crescita sia nell’evoluzione delle normative sia nel perfezionare competenze e capacità metodologiche e didattiche.
Ogni giorno, percorrendo il tragitto da casa a scuola, confidavo nella luce dello Spirito e riflettevo sulle parole di San Paolo: “ Io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza…..”.

© Gazzetta di Foligno –  NICOLINA RICCI

La consapevolezza di una nuova cittadinanza
La sfida cui è chiamata oggi la società è quella di riscoprire l’idea di una nuova cittadinanza, dove per nuovi non si intendono il concetto di dignità, di umanità o di diritto, ma l’individuazione di strategie di incontro sempre diverse, perché sempre diversa è la società. L’immigrazione offre l’occasione per una conoscenza ampia e profonda, fondata sul reciproco apprezzamento che, appunto, determina la nuova cittadinanza. La Scuola accoglie e fa propri gli interrogativi e le istanze di questa società in cambiamento.
Nella premessa delle “Indicazioni per il Curricolo” per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione si legge: ”Ogni bambino, ogni ragazzo ha la necessità di essere educato […]: ha bisogno di essere aiutato a scoprire il valore di se stesso, delle cose e della realtà. Questa persona, unica e irripetibile, può essere educata a conoscere, ad accettare, a tirar fuori e a costruire sé, solo entrando in rapporto con la realtà che la circonda. E la realtà è fatta di persone …”. E andando avanti, non si può non essere d’accordo con quanto è affermato per l’integrazione degli alunni stranieri.
Il 1° Circolo di Foligno all’interno del Piano dell’Offerta Formativa, tra i fondamentali bisogni di formazione da parte dell’utenza, rileva: “Integrazione dell’allievo straniero in un ambiente accogliente e propositivo e acquisizione, da parte sua, di un primo livello della padronanza della lingua italiana; valorizzazione dell’identità e delle radici culturali di ogni studente e delle proprie famiglie; costruzione di rapporti di fiducia e di nuovi legami di comunità; conquista di valori”. Al fine di soddisfare questi bisogni formativi, la scuola ha individuato i seguenti indicatori per una buona pratica didattica: la disponibilità al confronto, all’incontro e al dialogo; l’attenzione alle diversità evitando scelte discriminatorie ed emarginanti; l’attivazione di percorsi interculturali. L’Offerta formativa viene esplicitata in una progettazione riassumibile in due parole: “scuola comunità”. La scuola comunità educa e apprende a relazionarsi con le differenze, valorizzandole per costruire una società guidata dalla ricerca: adulti e bambini costruiscono e condividono significati; adulti e bambini sviluppano il pensiero logico, creativo, orientato al valore.
Il 1° Circolo pone proprio la categoria della differenza a fondamento dell’agire educativo. Sono, ormai, molti anni che in questa scuola viene praticato il metodo di insegnamento centrato sulla riflessione e sulla relazione con gli altri, così da far prevalere lo spirito della ricerca in una dimensione etica (Philosophy for Children). Oltre al metodo della philosophy, sono state previste strategie finalizzate a valorizzare il gruppo classe: accoglienza, ospitalità, regole condivise, collaborazione, responsabilità, apprendimento reciproco. Inoltre la scuola, sensibile alla buona riuscita nell’integrazione degli alunni stranieri, partecipa ai progetti che curano e valorizzano tale aspetto. Anche quest’anno, infatti, ha aderito al Progetto “Cittadini del mondo”, organizzato dalla Diocesi di Foligno in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, che prevede momenti formativi per i docenti e percorsi didattici da attivare nelle varie classi. Non sono da trascurare le numerose iniziative che il 1° Circolo nel corso degli anni ha attivato proprio nel rispetto di tutti: “Progetto Genitori”, “Pacifica-mente”, “Un soffio di diritti”, “Progetto Alpha” “Progetto sulle emozioni” per recuperare capacità empatiche e competenze emotive, …
Dal mio punto di vista è molto importante che la scuola continui a valorizzare le differenze in un confronto che non eluda questioni quali le convinzioni religiose: ognuno impara dall’incontro con l’altro; la categoria della differenza è per me oggi un valore che permette un dialogo creativo e costruttivo nel percorso educativo di ogni persona. Non è sufficiente convivere, ma bisogna creare insieme il nuovo cittadino.

© Gazzetta di Foligno – TIZIANA DONATI

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