Lo Spada piazza la stoccata vincente Il trionfo dopo 31 lunghissimi anni Popolo delle Conce in visibilio
Uno dei primi assiomi matematici che si assimilano non appena ci si siede sui banchi di scuola, la proprietà commutativa, recita: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. E sembrerebbe essere proprio così se, dal settembre del 2009 la sommatoria di Scarponi, Gubbini e (un po’ più defilato) Innocenzi dia come unico risultato quello della vittoria. Nessuno è stato in grado infatti, in questo lasso di tempo, di accaparrarsi il cencio al di fuori di loro. Ma se per Gubbini ciò è avvenuto con un’unica casacca (quella del Giotti), per Innocenzi e Scarponi la sfida è stata quella di vincere in rioni differenti. Per Scarponi, addirittura, si tratta della terza affermazione con una casacca diversa, dopo i tre palii con il Giotti e i cinque con il Croce Bianca. Vince quindi lo Spada, dopo un’attesa lunga 31 anni (fu il compianto Gianfranco Ricci, in sella a Piccolo Fiore, che nel 1985 realizzò una splendida doppietta) e lo fa con il pluridecorato Daniele Scarponi, in sella al debuttante City Hunter. Si tratta del nono alloro personale per l’attuale portacolori giallo-nero, il settimo per la contrada delle Conce, il primo per il priore Alessio Castellano. Tutto ciò all’interno di una giostra “impazzita” e di un perimetro di gara lungo il quale le gerarchie sono state più volte sovvertite a seguito della nuova pista. Una sabbia diversa, la silicea francese, che ha reso il percorso più sicuro per i cavalli e al tempo stesso più veloce, ma anche più difficile da interpretare per i contendenti in campo. E le numerose uscite di scena che si sono avvicendate nel corso delle tre tornate (alla finalissima sono arrivati solamente in tre, Spada, Croce Bianca e Ammanniti) lo hanno plasticamente dimostrato. Le curve paraboliche sono scomparse, la larghezza del percorso di gara si è uniformata intorno alla misura dei 4 metri. Il fondo della pista è sembrato essere più performante per chi ha avuto la fortuna di scendere in campo fra i primi. Non a caso Scarponi, ultimo come riscontro cronometrico e primo a scendere in pista nella seconda tornata, ha realizzato il record del circuito (53” e 15’), confezionando una prestazione di grido che gli ha permesso di sopravanzare, grazie anche agli errori altrui, un avversario dietro l’altro e di mettere i sigilli, così, ad una vittoria ai limiti della leggenda. Ottimo anche l’esordio del faentino Manuel De Nobili per l’Ammanniti, classificatosi al secondo posto e protagonista di una diligente condotta di gara, senza neanche l’ombra di una sbavatura. Tutti gli altri, chi più (Innocenzi e Gubbini) chi meno, ci sentiamo di rimandarli con riserva a settembre, nella speranza che le nuove traiettorie di questa pista di ultimissima generazione possano essere metabolizzate quanto prima, evitando i tanti rocamboleschi scivoloni che, se da una parte hanno regalato spettacolo ed emozioni a non finire, dall’altra hanno contribuito ad escludere frettolosamente molti dei protagonisti in gara.
ALESSANDRO BUFFI PROIETTI