La colazione di Pasqua
Continuiamo a parlare di tradizioni pasquali e siamo arrivati a quella che è da sempre la mia preferita: la colazione del giorno di Pasqua. Dalle nostre parti, dopo il lungo digiuno in attesa della Veglia pasquale, per festeggiare la Risurrezione del Signore ci si riuniva intorno alla tavola con un menù a base di coratella d’agnello e erba campagnola, forse in ricordo della Pasqua ebraica, ma anche dei più “prosaici” affettati nostrani: il salame, il capocollo, il ciauscolo, la coppa… che bontà! La regina della colazione, però, era la pizza al formaggio, con tante uova e pecorino come si faceva una volta. Prepararla era una specie di rito che cominciava qualche giorno prima, quando le donne impastavano la pizza e la mettevano a lievitare per almeno ventiquattr’ore “sotto la mattera”, nella madia. Ricordo poi quando mia madre mi chiedeva di accompagnarla durante la notte a cuocere le pizze dal fornaio. Si scendevano quattro scalini per entrare in una grande stanza con i forni e mentre mamma sbrigava il suo compito di brava massaia io, inevitabilmente, mi coricavo in un cantuccio, cullato dal caldo e dai profumi del forno. Anche le pizze dolci venivano fatte in casa con la glassa di zucchero sopra, decorata con i granellini colorati e d’argento per la gioia di noi bambini.
A tavola, poi, non potevano certo mancare le uova, sia quelle di cioccolata – di più recente invenzione -, sia quelle sode con il guscio dipinto. Decorare le uova con i fiori è la tradizione preferita dalle donne di casa mia, tanto che negli anni sessanta partivamo tutti insieme con parenti e amici per fare una lunga passeggiata fino a Fonte Marana, nei pressi del Convento di San Bartolomeo, in cerca dei primi fiori di primavera (tra cui l’ambita “pernacchietta”, i muscari). Tornati a casa si avvolgevano le uova con i fiori e le foglie, legandoli stretti nelle pezze di stoffa colorata per metterli a bollire. Il risultato sul guscio non era sempre garantito, ma forse la sorpresa o la meraviglia che ne scaturiva erano la parte più interessante del lavoro!
Voglio concludere dicendo che, data l’età, negli ultimi anni la colazione di Pasqua a casa Finauri si è un po’ “alleggerita” nel menù, ma si è anche arricchita della presenza internazionale di mio nipote acquisito Alex che, essendo tedesco, non solo si trova a suo agio con la colazione salata, ma ama brindare insieme a noi con l’immancabile vernaccia locale!
Pierino Finauri