Settimana politica
Regione, molto rumore per (quasi) nulla
La legislatura “Marini seconda” va avanti. La presidente dell’Umbria ha avuto la fiducia dell’assemblea consiliare; fiducia condizionata da “conquistare giorno per giorno” (Brega), mettendo “in campo metodi diversi a quelli di 20 anni fa” (Barberini). Quest’ultimo si riferisce alle nomine in sanità, che la Marini ha confermato e strenuamente difeso. La sanità, alla quale si destina la fetta maggioritaria del bilancio, conterà molto sugli equilibri di maggioranza. Un documento del Partito democratico raccoglie timidamente alcune indicazioni del dimissionario assessore Barberini, come progetti macroregionali su servizi, la totalità degli acquisti accentrati, studio per un assetto ridotto delle attuali Asl, ridefinizione dei ruoli degli ospedali, corretto rapporto medico/paziente per un appropriato accesso agli ospedali. Se oggi la Marini regge e continua lo deve anche alla volontà dei consiglieri legati a Gianpiero Bocci di non rompere per andare al voto. È mancato loro il coraggio? Ora i prossimi confronti sono sul documento di programmazione e sul bilancio. La presidente sposerà le riforme chieste dai dissidenti rientrati? Sulle società regionali c’è già il suo assenso alla semplificazione. Intanto nella votazione sulla mozione dei 5 Stelle contro la nomina di Walter Orlandi (8 voti a favore, 8 contro), l’uscita di due “dissidenti” del PD ha salvato la maggioranza (Barberini si è astenuto).
Assessori giovani poco presenti
Le maggiori assenze alle riunioni di Giunta del 2015 riguardano Giovanni Patriarchi, 21 su 78. Seguono Maura Franquillo ed Emiliano Belmonte con 18; 13 volte è mancata Silvia Stancati; 9 assenze le ha fatte Elia Sigismondi e 6 Graziano Angeli. Il sindaco Nando Mismetti è stato pressoché sempre presente (solo un’assenza); la vice Rita Barbetti è mancata 10 volte su 78. La Giunta è il massimo organo deliberativo del Comune, da lì passano tutte le decisioni e si adottano le deliberazioni che poi le strutture dirigenziali devono tradurre in pratica.
I nuovi Revisori del Comune
Il Consiglio comunale, seduta del 23 febbraio, ha ratificato la nomina del Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Foligno, che rimarrà in carica fino al 24 febbraio 2019, poco tempo prima che si concluderanno i cinque anni di mandato sindacale. Presidente è Fausto Marchetti di Todi, componenti sono Stefano Biccheri di Città di Castello e Leonardo Proietti di Terni. I compensi annui stabiliti: presidente 12.000 euro, Stefano Biccheri e Leonardo Proietti € 8.000 ciascuno. Hanno votato a favore 10 consiglieri di maggioranza; astenuti 7 di minoranza e 3 di maggioranza (Ciancaleoni, Finamonti, Schiarea). Per ogni seduta dell’organo di revisione, il Comune rimborserà le spese di viaggio. I tre nominativi sono stati estratti a sorte dalla Prefettura di Perugia; il Consiglio ha quindi solo stabilito il compenso loro spettante, diminuendo di 9.000 euro quello massimo attribuibile.
Il Comune ricorre in Cassazione
Due sentenze che danno torto al Comune di Foligno: una della Corte di Appello di Perugia, un’altra di quella di Roma; entrambe relative a gare di appalto commissionate. Per rappresentare e difendere l’Ente alla Corte di Cassazione, la Giunta nomina il professore e avvocato Andrea Orestano di Roma, con una spesa prevista di 27mila euro, poiché gli avvocati dipendenti comunali non hanno la facoltà di esercitare nell’organo supremo della giustizia. Non è una novità che il Comune sia chiamato in giudizio da ditte appaltatrici (specie del Sud) che chiedono risarcimenti rilevanti. Considerata, però, la lentezza della giustizia, le cause giudiziarie, a volte intentate anche senza ragione, durano anni. All’ufficio legale del Comune si sta definendo oggi una causa che risale al 2007. Le controversie legali (molte legate alla ricostruzione) costano e il Comune deve affrontare spese come quella sopra descritta, che, in caso di condanna della parte avversa, potrebbe recuperare.
GIANCARLO ANTONELLI