Lontano dal fronte: Foligno al tempo della Grande Guerra
L’Officina della Memoria inaugura la mostra documentaria che racconta la vita di cent’anni fa
Dieci pannelli nella bella cornice di S. Maria di Betlem (via Umberto I, angolo via Monasteri) raccontano vita e politica a Foligno ai tempi della Grande Guerra. La mostra documentaria, inaugurata dal Sindaco il 2 gennaio scorso alla presenza degli organizzatori e del curatore, lo storico Fabio Bettoni, rimarrà aperta sino al 20 gennaio (tutti i giorni – tranne la domenica – dalle 10 alle 12:30 e dalle 17:30 alle 19:30). L’intento è certamente didattico (nel solco della tradizione pedagogica che l’Officina della Memoria persegue da oltre dieci anni), ma non si rivolge solo a insegnanti e studenti (testimonianza ne sia la grande affluenza di vario pubblico del primo giorno). Mostra documentaria, si diceva, accompagnata in più da un efficace ed esaustivo quaderno di un centinaio di pagine stese dallo stesso prof. Bettoni e con nota introduttiva del prof. Fausto Gentili, che gli organizzatori mettono gratuitamente a disposizione dei visitatori e che anticipa un ben più vasto lavoro sul tema che andrà in stampa in primavera. Non ci si aspetti allora, come avviene ad ogni piè sospinto in occasione di mostre che richiamano anniversari bellici, una raccolta «di “care memorie” domestiche, bensì il quadro d’insieme di una città italiana piccola, ma, in quel contesto e momento, non proprio periferica» (dalla Premessa dell’Autore). È una mostra particolare, questa: «Ne consigliamo caldamente la lettura [visita] a chiunque voglia farsi un’idea realistica di che cosa la città fosse giusto cent’anni fa, e di quali processi la Grande Guerra abbia messo in moto o contribuito ad alimentare» (dalla Nota Introduttiva al Quaderno). Qui si intrecciano le dinamiche della quotidianità e del contesto locale con la Grande Storia. Ecco il percorso pensato dal Curatore: Foligno verso e dentro la Grande Guerra (lo spaccato sociale cittadino); Alla guerra, alla guerra! (neutralismo e interventismo, con le opinioni della stampa, compresa quella della Gazzetta); dalla “Preparazione Civile” alla “Mobilitazione Civile” (l’egemonia dei ceti eminenti interventisti); Associazionismo e Mobilitazione Civile; la Mobilitazione Industriale; la Mobilitazione Agricola; il Partito Socialista e la Camera del Lavoro; la Chiesa Cattolica; ringraziamenti, onoranze, retoriche della vittoria.
MAURIZIO COCCIA