I santi di casa nostra, quelli che non sono nel calendario
Ci sono santi di Foligno il cui nome non apparirà mai nei calendari, ma non sono meno santi di quelli che vi appaiono. Sono veramente eminenti e la stima del popolo li potrebbe beatificare. Parliamo di quelli più recenti, quelli del ventesimo secolo; di qualcuno di essi molti lettori di questo giornale potrebbero dire “Ma io lo conoscevo bene! Siamo andati a scuola insieme, abbiamo giocato insieme, leggevamo insieme giornaletti per ragazzi!”.
Se vogliamo fare qualche nome, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Tralasciamo i preti, i religiosi e le religiose, perché sarebbe come giocare in casa; facciamo soltanto tre nomi del clero: Don Decio Mattinati, Don Ernesto Buono, padre Luigi Fratini, i quali, vivendo al centro città, sono stati sotto gli occhi di tutti e da tutti apprezzati.
Parliamo invece dei concittadini laici santi, troppo spesso disattesi. Cominciamo con Alfredo Mancini (nella foto), di cui si è fatto l’elogio sabato scorso nella Biblioteca Iacobilli. Alfredo visse pochi anni (1923-1948), ma uno che lo conosceva bene e capiva sul serio e presto dove ci fosse santità, Don Giovanni Rossi, il fondatore della Pro Civitate Christiana, scrisse: “In Foligno vi era un giovane di intelligenza, di bontà e di virtù singolari. Era un angelo. Laureato in filosofia, giornalista, animatore instancabile delle Acli, dei Fucini, dei Laureati, d’ogni opera di carità e di apostolato… Preghi per noi in Paradiso”.
Tra gli altri nomi di santità laicale, non può mancare quello del geometra Venanzo Baccanari (1901-1970). C’è gente che vive in mezzo a noi e potrebbe testimoniare parecchi casi di generosa carità del geometra Baccanari. La “Gazzetta di Foligno”, alla sua morte, scrisse: “Era un tipo sereno, ma forte. Il San Carlo ebbe a subire dure prove nel 1926 e nel 1931. Baccanari restaurò le sorti dopo la prima data, e nella seconda subì l’oltraggio fino ad essere schiaffeggiato… Baccanari non solo seppe soffrire, ma fu esempio e sprone, fino al disprezzo delle cose, e la noncuranza della vita stessa”.
Le donne folignati vissute nella fede e morte in concetto di santità sono molte. Ne scegliamo una: Sandra Palmieri (1921-2012). Fu una partigiana coraggiosa e fedele; fu nell’anno 1943 che entrò a far parte della Brigata Garibaldi, accettando il compito di portavoce e responsabile del rifornimento medicinali e viveri. Iniziò le attività partigiane seguendo le orme del padre Ottorino, membro del Comitato di Liberazione Nazionale operante in Umbria. Sandra meritò una Croce di Guerra, una medaglia di bronzo, una di argento; chi la conobbe la trovò meritevole soprattutto di un riconoscimento solenne di santità. Tra le donne eminenti per la loro storia di fede, potremmo portare facilmente altri nomi: la maestra Egizia Pisello, la responsabile nazionale dell’Azione Cattolica Femminile Maria Carosi, la professoressa Adalgisa Brown, ecc. E che dire di Gigino Paternesi, di Rolando Buono e di Gianluca Rosati, ecc.? Vogliamo ricordarli tutti il primo novembre, festa di tutti i santi. Proponiamoci di cercare documenti di tante vite sante e affidarli all’Archivio del Movimento Cattolico Folignate Contemporaneo, di cui il sottoscritto è il direttore. Queste memorie non sono soltanto giuste, sono anche preziose.
DANTE CESARINI