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Felicissimo anno scolastico!

La scuola sia il luogo della libertà, quella vera

Sì, felicissimo anno scolastico! Prima di tutto, auguri per una buona salute. Cominciamo sul concreto. Buona salute per i docenti e gli studenti, buona salute per il preside e per le famiglie da cui provengono gli studenti.
Felicissimo anno scolastico, in particolar modo, per una funzionale collaborazione tra i docenti e i genitori degli studenti. Ancora felicissimo anno per il compimento dei programmi scolastici. Infine felicissimo anno per le promozioni meritate; per il buon funzionamento della segreteria; per la necessarissima collaborazione del personale tecnico e non docente con quello docente. Basta? No, felicissimo anno scolastico per le circolari regionali e nazionali, sperabilmente scritte in buon italiano e soprattutto utili alla scuola. C’è altro? Manca la cosa più importante! Eccola.
Felicissimo anno scolastico per la formazione degli studenti alla libertà. Sissignori, alla vera libertà. E questo implica un mucchio di cose, la prima delle quali è che i docenti non approfittino del potere della cattedra per attirare le classi ad accettare qualche propria ideologia. Sarebbe un “sacrilegio”. Quando un docente parla al bar delle proprie posizioni etico-culturali, può dire tutto quello che vuole. Quando si sta nella sede del proprio partito, è giusto proclamare la propria adesione. Non così dalla cattedra. Profittare della posizione elevata rispetto alla classe, sarebbe sleale. Il professore non è un propagandista delle sue opinioni; egli ha un compito più difficile, dare le armi intellettuali e volitive perché ciascun giovane o giovanetto possa combattere la propria battaglia ideale e conseguire la propria vittoria. Il docente potrebbe comunicare agli studenti le proprie scelte di vita (sarebbe inutile tentare di nasconderle, spesso si vedono a occhio nudo); ma deve mettere in guardia gli studenti a non accogliere facilmente queste sue opinioni, sottoporle invece a critica, come tutte le altre.
Torniamo a Max Weber (1864-1920) il quale scrisse pagine famose su questo tema: “la cattedra non è per i profeti e per i demagoghi”, pagine che si leggono in un’opera tradotta in italiano nel 1948 (anno decisivo per la sorte delle ideologie). Si intitola Il lavoro intellettuale come professione. Le due più grandi biblioteche folignati possiedono questo libro. Chissà che la lettura di quest’opera riesca a far sbollire l’attuale polemica sul gender
Stavamo augurando felicissimo anno scolastico funzionale alla educazione degli studenti alla libertà; magari si riuscisse a tanto, riuscissimo a lasciare alle spalle qualche apatia degli studenti e qualche “tradimento” di alcuni docenti, ancora non del tutto attenti ai propri compiti etici.

dantecesarini@virgilio.it

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