Dancity, dieci anni di successo tra musica e cultura
FOLIGNO – Dieci anni fa il primo esperimento accolto da una tiepida, quasi scettica, accoglienza cittadina. Oggi, il piccolo, grande miracolo folignate ha raggiunto la ribalta internazionale. La decima edizione di Dancity, festival di musica e cultura elettronica, è stato infatti un altro successo, come confermato dalle oltre 7000 presenze. Il merito è di chi, da dieci anni a questa parte, nessuno escluso, orbita intorno a questa innovativa associazione culturale. Tutti coloro in grado di tradurre energia, entusiasmo e creatività in un progetto concreto. Bene, quell’idea, partita da lontanissimo, è oggi una realtà, un fiore all’occhiello per l’intera comunità. Un evento che valorizza il patrimonio storico del nostro centro cittadino, con una formula d’eccellenza composta da musica, cultura, arte, intrattenimento, stile e territorio.
Così, in tre giorni di manifestazione (3-5 luglio), si sono accessi e colorati i palazzi storici di Foligno: partendo da palazzo Trinci, passando per palazzo Candiotti per arrivare all’Auditorium San Domenico, teatri di splendide performance artistiche. “La decima edizione è stata il coronamento di un percorso lungo e tortuoso” – ha affermato, la presidente dell’associazione Dancity, Melissa Giacchi. Un percorso fatto comunque di scelte sempre coerenti, e con un dna rimasto intatto negli anni. Quale? La ricerca di un’offerta musicale di qualità assoluta nel panorama nazionale e internazionale, come ribadito in sede di presentazione dal direttore artistico Giampiero Stramaccia: “È difficile spiegare quanto sia complesso mantenere uno standard musicale così elevato, considerata la natura totalmente volontaristica dell’associazione. Lavoriamo alacremente 365 giorni all’anno per offrire il meglio, per questo ci tengo a ringraziare tutti i nostri collaboratori”.
Ma Dancity non è soltanto una line-up (lista degli artisti) ultra selezionata e di spiccato valore. Il desiderio degli organizzatori è stato sempre quello di consentire l’espressione costruttiva delle passioni che stimolano e muovono i giovani e, allo stesso tempo, rendere l’evento fruibile per chiunque ami musica e cultura, senza alcuna distinzione anagrafica. Missione compiuta alla grande, verrebbe da dire. Come? Ad esempio, con eventi collaterali ad ingresso gratuito: l’Open Call, una mostra artistica frutto di un bando internazionale, la video‐installazione del collettivo VOID, entrambe a Palazzo Candiotti, il workshop e la live performance Collisions allo spazio Zut, e un laboratorio di musica elettronica per i bambini dai 7 ai 12 anni al Multiverso Coworking. Da sottolineare, inoltre, il ticket creato ad hoc per le famiglie, il pass-family: qualsiasi genitore che abbia acquistato il biglietto per il proprio figlio, ha potuto partecipare agli eventi di palazzo Trinci al prezzo simbolico di 1€.
Facciamo, però, un piccolo passo a ritroso e torniamo al Dancity School al Multiverso Coworking, un evento capace di stimolare la creatività dei più piccoli, che hanno trascorso un divertente pomeriggio insieme alla propria famiglia, fra risate e sguardi curiosi. Un laboratorio musicale come luogo d’incontro e condivisione attorno all’anima più creativa ed estrosa del festival, come sottolineato dalle parole di chi ha curato il baby-evento, Daniela Innocenzi “Siamo soddisfatti di poter regalare un’esperienza del genere a bambini e famiglie. Un sentito grazie va ai ragazzi di Coderdojo e I Giardini delle Utopie, nonché al main sponsor la ValleUmbraServizi”.
Ebbene, in momento storico assai delicato che agita e scuote la nostra società, il Dancity è riuscito nell’ardua impresa di ricordarci, attraverso la musica, che la condivisione sociale, il confronto culturale e il dialogo generazionale, rappresentano il grande valore aggiunto, avulso da ogni contaminazione di carattere economico: “La vita senza musica sarebbe un errore”, diceva un illustre filosofo dello scorso secolo.
GIOVANNI BARTOCCI