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Meglio la strada nuova…

Adesso sono due. All’operaio le cui rivelazioni, già anticipate da giorni, sono state trasmesse nella puntata di Report di domenica 12 aprile, se ne è aggiunto un altro, intervistato da CorriereTV. E il secondo operaio, seduto al tiepido sole di primavera davanti a un bar alla prima periferia di Foligno, ha ripetuto le stesse accuse del primo riguardo a come sarebbero stati eseguiti i lavori sulla galleria della statale 77 di “La Franca” e in generale sulle gallerie di quel tratto di nuova statale: poco cemento nella volta, uno strato tra i 12 e i 20 centimetri a fronte dei 50-70 necessari e “vuoti” non riempiti di cemento alleggerito, come sarebbe prescritto, fino a trenta metri di altezza nei pressi di una piazzola di sosta. Nel frattempo, prima ancora che la puntata di Report andasse in onda, il neo-ministro per le infrastrutture Graziano Delrio, in visita proprio domenica a Spoleto, ha voluto rassicurare tutti: la galleria è sicura; c’è da fidarsi dell’ANAS e del suo presidente Pietro Ciucci. Sarà. Intanto però Ciucci si è dimesso, «in segno di rispetto» del nuovo ministro, annuncia una nota della società. Felici che qualcuno cominci ad assumersi qualche responsabilità, anche se indirettamente. Rassicurati no.
L’inchiesta sulla SS77, per ora esclusivamente giornalistica, è solo un pezzo della rappresentazione di un’Italia che sembra cadere letteralmente a pezzi. E se la fragilità strutturale della galleria di La Franca è solo un’ipotesi che i tecnici dell’ANAS stanno verificando (solo adesso? e riusciremo a fidarci?), quella di altre opere collassate nelle ultime settimane (il viadotto Himera dell’A19, il viadotto «Scorciavacche2» sulla Statale 121 Palermo-Agrigento, la voragine sulla statale 554, e chissà quante ne usciranno fuori nelle prossime ore, perché adesso che il tema è caldo verranno certamente “riscaldate” anche vecchie vicende), è invece cosa già accertata. L’operaio intervistato da Report per prima cosa si è preoccupato della propria famiglia: “Tutto quel tratto è fatto male”, ha dichiarato, “io ai miei figli dico di non passarci qua… meglio la strada vecchia che questa nuova”. Noi forse dovremmo preoccuparci anche della sorte di un’opera che significa molto per il nostro territorio e che se entrasse nel vortice di un’inchiesta giudiziaria rischierebbe di rimanere bloccata per anni. Non ci resta che aspettare il lavoro dei tecnici dell’ANAS, augurandoci che gli operai abbiano visto male, che non siano bene informati, che in realtà è tutto a posto, che va bene così. E nell’attesa, senza lasciarci sopraffare dallo sconforto di una sensazione di impotenza e di generalizzata sfiducia, dobbiamo assumere la consapevolezza che il risanamento della nostra Italia è innanzi tutto un percorso morale, che richiede il contributo di tutti. Per troppo tempo abbiamo battuto la strada vecchia del tornaconto personale, del vantaggio mio a costo del danno di tutti, della piccola e grande corruzione. No, meglio, anzi molto meglio la strada nuova.

VILLELMO BARTOLINI

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