L’Umbria verso la macroregione
Al San Carlo la conferenza organizzata dall’Associazione “Il Baiocco”
L’unione con le sole Marche è “offensiva e pericolosa” per l’Umbria che rischierebbe di lasciare da parte città come Terni e Orvieto. L’Umbria del futuro deve estendersi ai Comuni di Arezzo, Siena, Grosseto, Rieti e Viterbo e pensare a una macroregione che racchiuda Marche, bassa Toscana e alto Lazio assieme. Con Perugia capoluogo di Provincia.
Il Sottosegretario al Ministero dell’Interno, Gianpiero Bocci, è intervenuto sulla questione della riforma, imminente e inevitabile, delle Province. All’Istituto San Carlo di Foligno, alla presenza delle autorità locali, venerdì 20 febbraio, nel corso della conferenza indetta dall’Associazione culturale “Il Baiocco”, dal tema “Umbria, quale futuro? La storia, le idee, i rischi, le opportunità”, l’onorevole ha espresso l’urgenza per l’Umbria di interrogarsi sul suo prossimo destino, stando al passo con i cambiamenti.
“Con i suoi 800.000 abitanti, l’Umbria sembra più un Comune che una Regione, con un basso potere contrattuale, e non può avere timore di puntare a un bacino più ampio”. Intervistato da Marco Brunacci, caporedattore de “Il Messaggero” Umbria, Bocci ha asserito che “la vera novità sono le città metropolitane”: con Firenze a nord e Roma a sud, “l’Umbria e la sua classe dirigente devono coltivare l’ambizione di guidare – e non di subire – i processi per condurli a risultati auspicabili per la comunità”.
Come ricordato dal Sindaco di Foligno e Presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, i tempi sono difficili. La nuova stagione che si apre per l’Umbria, però, può essere una grande opportunità di crescita. E le città dell’Umbria “devono occupare una posizione centrale e di rilievo per diventare un modello di sviluppo significativo e importante”.
ANNAMARIA BARTOLINI