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Quando la toppa è peggiore del buco

La montagna folignate, un patrimonio da valorizzare

Si discute sul recupero di quello che tra non molto sarà il vecchio tracciato della Val di Chienti. La Statale 77, già Via Francigena, o Lauretana, o Romea, o prima ancora via della Spina, presto sarà abbandonata a se stessa. Quel serpentone che si snoda tra Umbria e Marche, che ha unito per millenni le due parti mediane della penisola, impensierisce gli abitanti della Val Menotre e della Val del Chienti. La strada un tempo portava i cavalieri prima dalla Sibilla a conoscere il proprio destino e poi dal Papa a chiedere la salvezza dell’anima. Vi transitavano i mercanti che trasportavano il ferro dall’isola d’Elba al porto di Ancona per venderlo in Grecia, e i cartaginesi che sconfissero i romani di Caio Centenio (chissà dove è sepolta la corazza che Annibale perse da quelle parti?). Sciolta la neve sono rimaste le buche sull’asfalto a far parlare di Colfiorito. Così qualcuno è corso ai ripari mettendoci una toppa, che detto papale papale è peggiore del buco. L’altopiano dei Plestini fa parlare di sé o in occasione delle bufere bianche o quando si inaugurano strade o, come in questo caso, quando urge rattopparle perché la neve, il sale e gli spazzaneve hanno portato via il bitume. La Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, nel corso di un’assemblea pubblica indetta il dicembre scorso, si è detta pronta ad investire in iniziative volte allo sviluppo economico, turistico, agricolo e culturale dell’area. Meno male, dicono i venditori ambulanti di patate, quelli fermi ai lati della vecchia arteria che siedono quasi assiderati all’interno delle cabine dei loro sproporzionati trattori. Sproporzionati rispetto al loro volume d’affari, con cui dovrebbero campare una cinquantina di famiglie. La montagna non ha bisogno di toppe last minute, ma di nuove politiche per la sua economia e per lo sfruttamento sostenibile del parco, la cui flora e fauna sono così ricche e interessanti da costituire una attrattiva per gli amanti della natura. Il vecchio trucco fatto di breccia e catrame con la prima pioggia scivola via. La politica delle toppe non tiene conto del futuro, non risolve i problemi, si limita a stendere un velo pietoso di asfalto che se ne andrà con la prossima neve.

FRANCESCA FELICETTI

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