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Alla Taverna del Buon Samaritano: Natale a pranzo con i poveri

Ovvero sei modi solidali per tornare bambini

ok - Alla Taverna del Buon SamaritanoIl Natale – si sa – “quando arriva arriva”. Meglio però – Pozzetto ci scusi – non ci trovi impreparati. Lungi da noi rispolverare il mantra “che a Natale dobbiamo essere più buoni”: meglio la finezza proposta da Dickens – di scena questi giorni al San Carlo – sulla necessità di “farsi bambini” di tanto in tanto. Nessun tempo più proficuo di quello del Natale – sosteneva – visto che proprio “un bambino fu il suo fondatore”. Ecco allora sei piccoli sentieri, su cui mettersi in cammino in questo tempo di Gioia per tornare bambini nel segno della Carità.
Primo viottolo percorribile, il pranzo del 25 dicembre alla “Taverna del Buon Samaritano”: un invito alla “Cittade tutta” e al popolo quintanaro a tavernare a servizio dei poveri, per “una taverna numero 11” – la Mensa della Caritas diocesana – che mai chiude i battenti, a Natale come il resto dell’anno.
Tra le novità per farsi piccini, “Un dono per tutti” e la “Tombola solidale”. Due vie di Carità per l’acquisto di doni per i bimbi meno fortunati e per vivere una tombola – destinata al Doposcuola – tutta riformulata sulla logica dell’Amore per cui tutti vincono e nessuno perde.
Pesca di solidarietà il 20 dicembre per la quarta via, con regali da pescare sullo sfondo di San Giacomo e del “Chiostro solidale”. Nessuna mercanzia da acquistare, invece, per lo stand Caritas di piazza Matteotti: un banchetto all’insegna della gratuità tra mandarini profumati e biglietti da riempire tra le casette di Salisburgo. Un invito ai passanti, questo, per mettere nero su bianco la propria preghiera e adornare l’“Abete dei desideri” nel Chiostro della Carità. Tentennano cercando l’imbroglio due bimbetti con gli occhi a mandorla, insospettiti dall’elargizione gratuita di agrumi ai passanti. E se all’invito a scrivere un desiderio replicano che al Natale non ci credono perché non sono Cristiani, ce li vediamo capitare dopo una mezz’ora chiedendo “perché tutto questo è gratis”, per apprendere infine pieni d’incanto che “proprio questo è il Natale”.
Ultimo sentiero, l’evento del 1 gennaio (Giornata Mondiale della Pace) dove a seguito della celebrazione episcopale una marcia cittadina porterà la Luce di Betlemme al Presepe di Rasiglia, ospitato per l’occasione dal loggiato di San Giacomo. Figuranti dall’Africa e da altri paesi presenzieranno all’evento per una piccola Palestina multiculturale: un La per metterci in cammino con lo spirito dei Magi, accorsi alla Grotta – secondo tradizione – da continenti lontani. Perché in fondo il Natale non arriva “quando arriva”. “Arriva” quando ci si mette per via. “Buttiamoci – direbbe un altro spot – che (il sentiero) è morbido”.

FRANCESCA BRUFANI

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