“Lu capu coll’occhji” di Capodacqua
Ma quale Halloween, nel nostro territorio si riscopre un’antica tradizione
Quasi tutti i giovani si sono organizzati nei giorni scorsi per festeggiare al meglio la festa di Halloween. Riprendendo usi e costumi del mondo anglosassone, le vie della città si sono popolate di maschere terrificanti, costumi spaventosi, maghi, streghe e tra canti e balli si è tentato di scacciare gli spiriti cattivi.
Ma la famosa zucca di Jack, quella scavata con all’interno una candela accesa, appartiene anche alla nostra tradizione. Da sempre alla fine di ottobre, nei nostri territori, si usa scavare una zucca dalle dimensioni e dalle forme più strane, intagliarne le pareti in modo da dare ad essa l’aspetto di un volto spaventoso ed esporla alle finestre o sui muri delle case per allontanare gli spiriti cattivi e assicurare così benessere e tranquillità alla famiglia che vi abita.
È “lu capu coll’occhji” dei nostri nonni, un modo semplice di divertirsi che l’esteromania della società di oggi ha praticamente cancellato.
A Capodacqua, grazie all’Associazione Sportiva, da qualche tempo si sta cercando di recuperare questo piccolo patrimonio della nostra tradizione popolare.
Ogni anno, il sabato che precede la festa di Halloween, i bambini dai tre ai dieci anni sono chiamati ad utilizzare fantasia e creatività per inventare e realizzare un’opera d’arte utilizzando la zucca.
La sera del sabato, accanto alle tradizionali zucche scavate, tutti i capolavori vengono esposti nel verde dei giardini pubblici per essere ammirati dalle persone presenti ed esaminati da una competente giuria composta da studiosi del territorio e artisti affermati.
La festa, spesso allietata dall’esibizione di gruppi folkloristici, sta raccogliendo sempre maggiori consensi e si conclude, tra l’entusiasmo di grandi e piccoli, con l’assaggio di piatti preparati dalle cuoche del posto, rigorosamente a base di zucca.
ANDREA MARINI