La presenza nell’assenza: associazionismo e volontariato nella società di oggi
Dalla collaborazione tra Radio Gente Umbra e Anteas, presentato giovedì 10 ottobre al San Carlo il primo meeting dell’associazionismo folignate
Essere dove non c’è nessuno, sopperire ad una mancanza, trovare un amico in uno sconosciuto. L’idea del titolo del convegno – coniata da Giuseppina Ribaudo – sintetizza il senso del volontariato. A dare contenuti alla serata, presentata da Alberto Scattolini, direttore di Radio Gente Umbra, e moderata da Donatella Cugini, presidente di Anteas Foligno, hanno contribuito quindi gli interventi dei Professori Roberto Segatori e Marco Moschini dell’Università degli Studi di Perugia; mentre le conclusioni sono state affidate alle parole del Vescovo di Foligno, Monsignor Gualtiero Sigismondi. Il primo meeting dell’associazionismo folignate, che ha aperto alla città l’esperienza delle quaranta associazioni che rendono quello del volontariato folignate un panorama vivacissimo, nasce dalla collaborazione tra Anteas e l’emittente radiofonica RGU: “Proprio nei giorni in cui la radio italiana festeggia i novant’anni – esordisce Donatella Cugini – noi siamo qui a ribadire l’incontro che due anni fa ha fatto nascere Generazioni a confronto, un ciclo di trasmissioni in cui la nostra associazione ha avuto il ruolo di coordinamento e RGU ha fornito il mezzo. Ne è nato un connubio che è servito alle tante associazioni del nostro territorio per superare ogni singolo ambito. Il rischio, quando un ente di volontariato nasce, è l’autoreferenzialità, il chiudersi in se stessi. Mettendo due associazioni alla volta di fronte ai microfoni, abbiamo fatto dialogare mondi, interessi, età, stili diversi. Questo meeting al San Carlo vuole essere il tentativo di continuare il progetto e farlo sempre meglio. Per questo, abbiamo voluto con noi due docenti universitari, ai quali chiediamo consiglio”. Per primo ha parlato il Professor Segatori, sociologo politico, che si è soffermato sulle cause che portano all’assenza, al vuoto di valori, e che proprio attraverso il volontariato si possono eliminare: “La nostra società – ha spiegato Segatori con una metafora – è un fiume che funziona quando la sorgente irrora d’acqua il suo corso. La fonte è rappresentata dai Mondi vitali, cioè quel sistema di valori, di amicizie, di sentimenti interpersonali e familiari che formano rapporti primari tra i membri; il letto del fiume sono i Sistemi sociali, più impersonali e caratterizzati da rapporti economici e di lavoro. Oggi, al contrario, pare che siano i sistemi sociali ad aver disseccato alla sorgente i mondi vitali, per cui si è creata quella famosa assenza di cui al titolo del convegno e che consta nella fragilità di quattro fondamentali pilastri: quello della Conoscenza è minato alla base da un uso totalizzante della razionalità, che non lascia più spazio all’emozione, ai sentimenti, ad una sana irrazionalità; il pilastro dell’Economia è diventato pura finanza, pura astrazione, per cui lo scopo non è produrre beni e servizi, ma soldi, che a loro volta fanno soldi. Dunque l’economia è oggi amorale, nel senso che ha la sola missione di tenere alti i profitti, con la conseguenza di produrre assenza, vale a dire una società senza solidarietà, in cui la ricchezza è per pochi e la povertà diffusa; il terzo pilastro è quello dello Stato, che non svolge più il proprio ruolo, che non aggrega e che esso stesso crea assenza; e c’è poi la Chiesa, che più che di etica parla oggi di moralismo e che si muove più sul piano dell’astrazione che su quello della profezia di Gesù. In questo quadro, l’associazionismo, fenomeno non più di retroguardia, ma di avanguardia, in un mondo in cui la tecnologia libera il tempo, può diventare la sorgente che irrori ancora di senso i mondi vitali”. Al sociologo ha poi fatto seguito il filosofo, col Professor Moschini, filosofo teoretico, che ha posto la questione su un piano necessariamente diverso, metafisico, ma con punti di contatto con il collega: “Dall’alto delle nuvole vedo la società segnata da due ferite: l’umano troppo umano, di nietzschiana memoria, che porta alla venerazione del profitto; il disprezzo, di contro, di tutto ciò che l’uomo è e fa. Ne consegue un’assenza di orizzonte. Più non si comprende cosa sia terra e cosa cielo. Dalle nuvole, la prospettiva del volontariato è invece diversa: l’uomo cessa di essere un produttore di macchine, che a loro volta fanno macchine, che fanno macchine, che fanno macchine per fare macchine, e riscopre l’umanità, i valori sopiti”. Seneca, conclude il Prof. Moschini, ci insegna che le nuvole non possono cancellare il sole. Il volontariato è il sole dietro alle nuvole, l’orizzonte di una società in cui la patologia più grave è rappresentata dalla solitudine, dall’assenza. E il cenno è ancora, evidentemente, al titolo del meeting. E nel concludere la serata, Monsignor Gualtiero Sigismondi ha colto la summa degli interventi, per cui il volontariato diventa un gesto di gratuità, ma anche di gratitudine: gratuità, perché il volontario dona gratis quello che ha, a partire dal proprio tempo: gratitudine, perché il dare è la risposta a qualcosa che c’è stato prima. “Mi viene in mente un aneddoto – conclude il Vescovo -. Ai ragazzi della Caritas ho chiesto una volta perché facciano i volontari. Mi hanno risposto così: per dire grazie per quello che abbiamo già ricevuto dalla vita”.
® Gazzetta di Foligno – MAURIZIO COCCIA