Una terra che ti fa sentire parte di lei
Sono già due mesi che vivo in Kenya. Tante sono le cose da raccontare, tante sono le emozioni che provo ogni attimo della mia vita stando qui. Ero già stata in una missione in Africa nel 2009, in Mozambico. Pensavo di sapere cosa mi aspettasse, invece sbagliavo.
Ho 28 anni e collaboro con la Caritas Diocesana da circa tre anni. La diocesi di Foligno e quella di Nyeri (Kenya) hanno recentemente stretto un gemellaggio in ragione del quale sto spendendo 6 mesi in Kenya come volontaria, presso la Caritas di Nyeri.
Una volta arrivata, l’accoglienza dello staff è stata subito calorosa: ogni giorno mi fanno sentire parte della loro famiglia. I ragazzi mi hanno fatto vedere il loro lavoro: sono veramente uomini e donne che lavorano duro perché credono e lottano per quello che fanno. Fr. Boniface, che è anche il direttore dell’ospedale di Nyeri oltre che direttore della Caritas, mi ha subito fatto da guida all’ospedale. Girando per i vari reparti sono arrivata in pediatria. Guardandomi intorno mi accorgo che c’è una porta. È stata proprio quella porticina a condurmi da questa bambina incredibilmente forte e meravigliosa di 5 anni, di nome Valerie. Non potendo più occuparsi della propria bambina visti i problemi con l’alcol, la mamma ha deciso di affidarla alla sorella. Ora Valerie si trova da 4 mesi in ospedale perché correndo per la casa ha sbattuto con il piedino sul pentolone in cucina e si è ustionata. Quando sono entrata nella sua stanza, Valerie stava sentendo la musica dal telefono della zia. Salutando la bambina mi sono messa a scuotere le spalle e a tamburellare con le dita seguendo la musica. Valerie mi ha subito sorriso, ma mi sono fermata solo pochi minuti perché dovevo finire il giro in ospedale. Valerie è sempre silenziosa, parla solo con la zia e quando vede i dottori o l’infermiera si mette subito a piangere: sa bene che la cureranno ma anche che sentirà dolore. Dopo qualche giorno vengo a sapere che la bambina non fa altro che domandare di me, così ora io e Valerie abbiamo un gran feeling, tanto che devo essere presente anche alle visite dei dottori, così è più tranquilla. Con fr. Boniface abbiamo deciso di formulare un micro-progetto su di lei durante la sua permanenza in ospedale: porto colori, quaderni, album da disegnare, libricini da leggere.
Nella mia attività seguo il lavoro dello staff della Caritas di Nyeri e in modo particolare di due ragazzi che fanno visita alle prigioni e alle comunità che si trovano in mezzo alla foresta. I dottori non visitano mai queste comunità e se una donna incinta necessita di un medico deve incamminarsi in mezzo alla polvere e per la foresta anche per chilometri. Ho subito fatto notare al responsabile della Caritas della necessità che un dottore volontario prendesse la sua valigetta e si dedicasse a queste persone una volta al mese. È così che ora stiamo lavorando perché questo sia possibile.
Ogni domenica accompagno fr. Boniface a celebrare la S. Messa nelle comunità, a me è riservata sempre un’accoglienza molto calorosa. La cosa che mi ha sorpreso di più è che i sacerdoti durante l’omelia non rimangono fermi sull’altare ma scendono tra la gente. C’è un vero colloquio tra di loro e i tanti bambini che seguono la Messa cantano e ballano con un gran ritmo che ti trasporta. Ma l’Africa è anche molto altro: paesaggi stupendi, una terra rosso fuoco ed un cielo che ti sembra di toccare con la punta del naso. Tante sarebbero le cose da dire ma forse la cosa più importante – e mi rivolgo ai giovani che stanno leggendo – è l’invito a vivere un’esperienza come questa, di toccare con mano, di vedere con i propri occhi quello che questa terra ha in serbo per ognuno di voi.
© Gazzetta di Foligno – CLAUDIA CARLONI