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Una “passerella pedonale”
con un pilone disperso

af-ponte-scanzano-ante-00sf201433-passerella-scanzano-2sf201433-passerella-scanzano-1Si aprono degli spiragli su mezzo secolo di equivoci e silenzi riguardo quello che fino ad oggi è stato comunemente chiamato “ponte di Scanzano”, grazie a quanto emerge da documenti, relativi ad atti comunali, datati tra il 1946 ed il 1953 e conservati presso l’Archivio di Stato di Perugia, sezione di Foligno. Documenti che contengono informazioni fondamentali ostinatamente negate dal Comune di Foligno, a fronte di reiterate richieste di atti in proposito da parte del sottoscritto, partite dal dicembre 2011, dopo la scoperta di una foto, che mi fece mio padre da piccolo, fine anni ‘50, in cui si vede il paletto centrale all’imbocco lato San Giovanni Profiamma e si intravede quello lato Scanzano, lasciando intendere che il “ponte”, all’epoca, non fosse carrabile. L’unica risposta da parte del Comune di Foligno è stata l’inutilità di ricercare atti riguardo a una situazione, l’uso carrabile, il cui status quo si autolegittima con l’uso. Il primo dato di fatto che emerge senza dubbi dagli atti reperiti riguarda la denominazione della struttura di attraversamento del Topino “pel collegamento delle due frazioni di San Giovanni Profiamma e Scanzano”, che viene indicata inequivocabilmente ed uniformemente come PASSERELLA PEDONALE o, abbreviando, come PASSERELLA, a conferma di quanto mostra la foto di mio padre. “Passerella pedonale” che, a partire dal 1946, si progetta di ricostruire, nelle parti crollate “a causa di una eccezionale piena del fiume Topino”, dal lato di Scanzano, “in conformità del preesistente”. La relazione è dell’ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Foligno, ed è datata 25 novembre 1952. I disegni del progetto datano 31 ottobre 1946. Anziché piloni di legno e ferro, si realizzeranno piloni di calcestruzzo. Il verbale di consegna dei lavori è datato 6 agosto 1953 e prevede che questi vengano ultimati entro il 5 dicembre 1953, firmato dall’ingegnere comunale Decio Ceccarelli e dal geometra Goliardo Battaglini per la ditta appaltatrice, l’impresa “S.A.I.C.E.”. Il verbale di ultimazione dei lavori è datato 17 settembre 1953, e quello di regolare esecuzione delle opere è del 12 novembre 1953, con circa un mese di anticipo, altri tempi. Spesa sostenuta: 990.367 lire, di cui 90.367 per imprevisti. Tutti firmati dal direttore dei lavori, Decio Ceccarelli. Successivamente, nel fascicolo, non risulta nessun altro atto. Risulta invece, ad oggi, un mistero: il disegno del progetto della “passerella pedonale”, datato 31 ottobre 1946, prevede 9 piloni ad una distanza di circa 5-6 metri uno dall’altro. Osservando la situazione attuale, mancano all’appello due piloni. Cercando bene, si scopre che uno dei due piloni è finito interrato dal lato di San Giovanni Profiamma, mentre dell’altro, che dovrebbe essere il secondo da progetto, si può supporre solo una base semi-sommersa tra il primo ed il secondo pilone attuali dal lato di Scanzano, con la distanza tra questi praticamente doppia rispetto a quella tra i piloni restanti. Col senno di poi, osservando la struttura, il “vuoto” risulta evidente, purtroppo l’abitudine ci fa vedere ma non ci fa capire. Che fine ha fatto il nono pilone, disperso? Perché questa mancanza non ha mai destato nessun allarme e nessun provvedimento come invece per il cedimento del pilone di novembre 2013? La risposta spetta al Comune di Foligno, a cui la domanda è stata posta formalmente. Aspettiamo fiduciosi che la verità venga a galla. Dopo mezzo secolo di silenzio e di disprezzo della destinazione d’uso originaria, con un traffico carrabile indiavolato e certo non innocuo per una struttura concepita e realizzata come “passerella pedonale”, sarebbe finalmente ora.

© Gazzetta di Foligno – SERGIO FORTINI

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