Il sogno di Rosa, la lettera di Maria e il bilancio del Comune di Foligno
Abbiamo conosciuto Rosa, una signora di Foligno, all’istituto per anziani di Trevi, un po’ di anni fa, dove, insieme agli amici della Comunità di Sant’Egidio, facciamo “visita” agli amici ricoverati. Rosa era poi ritornata nella sua casa di Foligno, e continuavamo a farle visita. Dopo un improvviso ricovero ed una contemporanea malattia della figlia, non potendo più la famiglia provvedere alla permanenza nella sua casa, Rosa è stata riportata in istituto, questa volta a Bevagna. Ma Rosa è caparbia, ha un sogno e lo vuole realizzare! Tornare nella sua casa di Foligno, tra le sue cose, il suo comodino, la sua stanza, i suoi ricordi! A noi è ritornato alla mente il caro ricordo della lettera di Maria “per non andare da anziani in istituto e rimanere a casa propria”. Scriveva Maria: “Ho quasi 75 anni, vivo da sola a casa mia, la stessa in cui stavo con mio marito … sono ancora autosufficiente, ma fino a quando? Uscire per la spesa e tenere la casa mi fa una fatica crescente… e allora penso al mio futuro… quando ero giovane la risposta era semplice : con mia figlia, col genero, con i nipotini, ma adesso come si fa, con le case piccole? Allora la risposta è semplice: in Istituto! È martellante, lo dicono tutti, però tutti sanno anche, e non lo dicono, che nessuno vorrebbe lasciare la sua casa … non posso credere che sia meglio un comodino, una vita tutta anonima, della propria casa, dove ogni oggetto …. riempie una giornata senza tante novità…. Sento spesso dire in giro: “L’abbiamo messa in istituto per il suo bene”….magari sono sinceri…. Ritrovarsi a vivere all’improvviso con persone estranee, non volute e non scelte è davvero un modo per vincere la solitudine? So bene come si vive in istituto, succede che vuoi riposare e non ci riesci, perché non sopporti il rumore degli altri, le abitudini diverse dalle tue…. Se vuoi leggere c’è chi vuole la luce spenta o, se vuoi vedere un programma, non è orario…anche i problemi più banali diventano difficili: capita che ti scambiano la biancheria con quella di un’altra, non puoi decidere quasi niente, cosa mangiare….e poi essere costretto ad avere tutto in comune: malattia, debolezze fisiche, dolore, senza nessuna intimità e nessun pudore. Un’alternativa ci sarebbe: poter stare a casa con un po’ di aiuto e di assistenza quando si sta peggio o ci si ammala, poter essere aiutati a casa per il tempo che serve… un po’ di pulizia o l’assistenza sanitaria a domicilio con il fisioterapista, il medico, l’infermiera, come previsto dalle Asl. E non è vero che tutto questo costa troppo. Questi servizi costano tre o quattro volte meno di un eventuale ricovero in istituto …”. Dunque, conclude Maria: “aiutate me e tanti anziani a restare a casa e a morire fra le proprie cose. Forse vivrò di più, sicuramente vivrò meglio!”. Le considerazioni di Maria le ritroviamo tutte nel sogno di Rosa e di tanti amici che visitiamo in istituto. Rosa ha una casa, una pensione con cui vivere: se si realizza una sinergia – cosa a cui lavoriamo – tra tanti soggetti, il Comune, i Servizi Sociali, il Giudice tutelare, l’Amministratore di sostegno, i volontari, la Parrocchia, gli amici e conoscenti della palazzina dove Rosa abitava, i commercianti dei negozi intorno, …… è possibile che il suo “sogno” si realizzi, ma anche trovare una “strada nuova” con cui affrontare queste problematiche. La spesa del Comune di Foligno per l’integrazione delle rette per gli anziani in istituto o lungodegenze è per il solo primo semestre 2014 di 110.315,00 euro a cui aggiungere 27.000 euro per la sede di Via dei Monasteri, più andrebbero conteggiati i costi di ricoveri ospedalieri impropri. Se pensiamo ai dati di invecchiamento demografico a cui l’Umbria è soggetta, fra non molto questa strada sarà impossibile. Ed allora, ancora di più, avvertiamo che il “Sogno di Rosa” affronta temi di una nuova umanità e solidarietà verso chi è anziano, ma offre anche alla collettività una prospettiva per il futuro.
Comunità di Sant’Egidio a Foligno