Nando Mismetti riconfermato sindaco
A Foligno non si è verificato il terremoto elettorale di Perugia e Spoleto. Da noi il ribaltone non è stato mai dietro l’angolo, forse perché il sindaco uscente ha avuto più contestatori, interni ed esterni, che avversari politici all’altezza della situazione. Al primo turno le liste di opposizione sono state tante, ma un conto è incanalare il dissenso, un altro è avere la forza e la competenza per amministrare il futuro della città. Al ballottaggio, poi, il desiderio di rinnovamento si è come risolto nel “rompete le righe”: riprova che le liste civiche durano come un fuoco di artificio e che la politica va fatta, nonostante tutto, con gli strumenti della politica che richiedono tempo, conoscenza dei problemi, presenza sul territorio, amministratori competenti e affidabili. E così, se dopo il primo turno “Mismetti non ha vinto, ma tutti gli altri hanno perso”, il ballottaggio ha dato al sindaco uscente un secondo mandato. La città ha scelto la continuità e ha riconfermato una limnea politica ventennale. Una città, Foligno, che non ha il groviglio di problemi sempre più gravi di Perugia – e questo va anche a merito delle passate amministrazioni – e non ha nemmeno la tradizione “rossa” di Gubbio o di Umbertide – e questo dovrebbe aprire gli occhi al “reducismo” di una certa sinistra. Quanti oggi hanno perso rifletteranno sui motivi della sconfitta; quanti hanno vinto dovranno dimostrare di saper governare e, questa volta, senza scuse: perché la maggioranza in Consiglio comunale è schiacciante (15 contro 9) e perché il sindaco Mismetti può contare su un’alleanza tutta sua (13 consiglieri PD, un socialista, un fedele della lista civica). L’analisi dei risultati andrà meglio approfondita, ma alcune evidenze balzano agli occhi. Nonostante le 18 liste e i 7 candidati sindaci, l’affluenza dei votanti al ballottaggio è stata tra le più basse della regione, segno che l’improvviso interesse per la politica è stato più apparente che reale, più una passerella che una partecipazione convinta. Pochissimi sono i volti nuovi e i giovani, sia di maggioranza che di minoranza, che entrano in Consiglio comunale. Le opposizioni, molteplici e divergenti, non avendo più di due consiglieri per gruppo, faticheranno non poco ad essere critiche e propositive insieme, senza il lavoro di un partito organizzato. E di partiti organizzati, oggi pare esserci solo il PD. Dunque, chi vorrà batterlo dovrà scendere sullo stesso campo, anziché affidarsi ad improbabili leader di improbabili movimenti di società civile. Il PD, dicono le opposizioni di destra e di sinistra, gode di presenze negli spazi che contano e che gli permettono adeguati controlli elettorali. Se è vero, spetterà alle opposizioni far emergere, non solo nelle settimane elettorali, gli eventuali intrighi di palazzo. Se è vero, spetterà al PD avviare un processo di autoriforma, perché – Perugia insegna – le rendite di posizione non reggono più nella “regione più conservatrice d’Italia”. Intanto, proprio il sindaco Mismetti dovrebbe avere il coraggio di iniziare subito il rinnovamento promesso per il governo della città. La Gazzetta lo ha registrato e lo ricorderà.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI