Filipponi-Mismetti

Balloltraggio

Secondo turno elettorale a Foligno tra attese di cambiamento e proposte indecenti

Filipponi-MismettiSabato 31 maggio, vigilia dell’Ascensione di Nostro Signore, ore 18. In Piazza della Repubblica due sposi sorridenti escono dal Palazzo Comunale. Coriandoli e applausi. Una berlina bianca tirata a lucido è ferma proprio davanti al palco dal quale parlerà Stefania Filipponi. Le campane suonano a festa. Attorno al candidato che deve recuperare 17 punti di scarto nei confronti dell’attuale sindaco Mismetti si forma un piccolo capannello. Vogliono tutti sapere dell’incontro avuto con Aldo Amoni e delle sue richieste “politicamente ed eticamente irricevibili”: tre assessori? il vicesindaco? e i cinquantamila euro a quale titolo? L’avvocato folignate, impegnato da decenni in una puntigliosa attività di controllo in Consiglio Comunale, racconta senza reticenze ciò che, d’altronde, è già di dominio pubblico. “Abbiamo chiesto incontri a tutti i candidati che non sono arrivati al ballottaggio”, spiega, “perché tutti si sono proposti come anti-sistema”. Anche se non ci sono condizioni per apparentamenti, la strategia è chiara: provare a compattare il fronte di tutti quelli che, a qualunque titolo, si sono proposti in modo critico rispetto all’attuale gestione della città, che la Filipponi descrive come “clientelare e usurata, che penalizza giovani e famiglie”. Certo, non sarà semplice recuperare una distanza di parecchie migliaia di voti, mettendo insieme gli elettori pentastellati, quelli di Amoni e SEL! Lei lo sa, ma deve mostrare ottimismo, dice che l’8 giugno ci sarà “Il voto per la liberazione di Foligno”. Quando la berlina bianca seguita dal trenino degli invitati libera finalmente la piazza, il comizio può cominciare e l’avvocato Filipponi riparte dalle intercettazioni delle inchieste (mai concluse) sull’intreccio di politica e affari, in questo caso telefonate relative alla gestione della VUS, dialoghi imbarazzanti su come occultarne il deficit davanti all’assemblea cittadina. Grida che non vuole più una città nella quale per essere nominati o assunti bisogna essere “figli di…”. Mentre mi allontano incrocio un uomo dall’andatura malferma, bestemmia appoggiandosi al bastone, dà della donnaccia all’avvocato e si infila nell’ufficio elettorale di Mismetti, dall’altro lato della piazza.

Lunedì 2 giugno, festa della Repubblica, ore 11. Dallo stesso palco, rimossi i manifesti elettorali ed appese alcune bandiere, il sindaco Mismetti pronuncia il discorso di rito per la festa nazionale. Gonfalone, picchetto d’onore, reduci e banda di Belfiore. Ha la voce un po’ roca, forse per la lunga campagna elettorale, e inizia il suo intervento ricordando la scomparsa di Luciano Radi. Quando la cerimonia finisce, gli vado incontro per qualche domanda. Gli chiedo come bisogna valutare il fatto che a Foligno il PD abbia preso molti più voti alle Europee che alle Comunali. Mi risponde intanto con la soddisfazione per lo straordinario risultato del PD alle elezioni continentali e poi spiega che il 32% preso a Foligno alle comunali è un buon risultato, considerando il numero di candidati… Quando accenno alla questione degli apparentamenti e gli domando, visto che non ne sono stati formalizzati, se ve ne saranno di “informali”, il sindaco si vanta di non aver avuto alcun contatto con alcun candidato e di aver seguito con coerenza la strada decisa con la coalizione. Naturalmente non posso trattenermi dall’affrontare la questione del momento e chiedo: “Visto che ha criticato la sua oppositrice per la scarsa nobiltà d’animo, darà lei ad Amoni i cinquantamila euro?” Il Sindaco mi racconta quello che so, delle dichiarazioni della Filipponi e del “chiarimento” di Amoni riguardo alla finalità della somma richiesta durante il colloquio per l’apparentamento. Ma non mi basta. Insisto. Allora Mismetti mi dice di apprezzare l’idea, anzi di averne avuta una simile un anno fa, “questo è un momento nel quale, mi dice, chi ha più, deve dare di più, perché quindi non costruire un fondo nel quale chi può dà un contributo per alleviare le difficoltà di tante persone…?”. “Perché no”, non vuol dire “sì”. Lo capisce anche uno digiuno di politica, ma basta a strizzare l’occhio al 10% raccolto da Amoni e Romagnoli. Perché anche la strategia del sindaco uscente è chiara: “Non affidiamo la città a chi sparge solo insulti, odio e veleni, dice, questo non serve a dare fiducia e speranza. Anche se abbiamo problemi, occorre spirito di solidarietà e rispetto reciproco.” E un po’ di reticenza, aggiungo io, anzi, mi correggo, navigata esperienza politica.

© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI

0 shares
Previous Post

Sora Quintana

Next Post

Arrivederci onorevole

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content