Mismetti senza avversari (almeno per ora)
Ma il PD a Foligno ottiene un risultato più basso del dato nazionale
Stefania Filipponi va al ballottaggio, si deciderà l’8 giugno
Il risultato al primo turno delle elezioni comunali 2014 è abbastanza chiaro: Mismetti non vince, ma perdono tutti gli altri. Stefania Filipponi, supportata da tutto il centro-destra, ottiene parecchi meno voti di quelli che conquistò Mantucci nel 2009 (7.300 contro 9.500); il Movimento Cinquestelle crolla dal 28% delle politiche dell’anno scorso al 14%. Amoni non va oltre il 10% ed Elisabetta Piccolotti, con un pur lusinghiero 7%, non sembra aver raggiunto quella soglia dalla quale poter influenzare l’azione del futuro governo della città. Trascurabili i voti ottenuti da Frasconi e Bicerna. Il sindaco uscente perde 5.000 voti rispetto alle scorse elezioni, un’emorragia che l’onda lunga del successo alle europee di Renzi ha probabilmente contribuito a tamponare e che, in ogni caso, non ha avuto significative conseguenze a causa della frammentazione dell’opposizione (oltre che di un notevole astensionismo). Non si può certo dire che i folignati abbiano premiato l’attuale amministrazione comunale, non s’era mai visto che il PD ottenesse in città un risultato più basso del dato nazionale (32% alle comunali contro il 41% nazionale alle europee). Più di mille elettori che hanno votato PD per il Parlamento Europeo hanno scelto un candidato sindaco diverso da Mismetti (e altri tremila una lista apparentata, ma non il PD). Forse perché il Partito Democratico a livello locale non esprime quella spinta al cambiamento che riesce a rappresentare a livello nazionale e stare a sinistra in Umbria equivale in fondo a essere un po’… conservatori. Mismetti, che non ha perso l’istinto del mediano, ha condotto una campagna elettorale in difesa, preoccupandosi innanzi tutto di buttar fuori dal campo i compagni di partito che avrebbero potuto insidiarne la leadership alle primarie. E ha avuto ragione, a volte il catenaccio premia, specialmente se gli avversari non hanno campioni in attacco e giocano ognuno per conto proprio. Il risultato del secondo turno pare quindi già scritto, non soltanto per la differenza di 17 punti percentuali tra i due schieramenti (41% del sindaco uscente contro 24% di Filipponi), ma anche per la probabile dispersione degli elettori di Cinquestelle e la naturale confluenza di quelli di SEL verso il candidato del PD. La politica però non è matematica e non si può escludere che il fronte dell’opposizione al sindaco uscente si compatti attorno a un candidato che, sebbene appoggiato dall’intero centro-destra, ha una storia politica tutta sua e una credibilità “super partes”. Anche l’astensione, tradizionalmente elevata al secondo turno, potrebbe svolgere un ruolo importante. Staremo vedere, l’8 giugno.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI