Don Franco sacerdote di frontiera1

Don Franco sacerdote di frontiera

Dal 1995 in Centro-America per esperienze ecclesiali e di solidarietà

Don Franco sacerdote di frontiera1Da vent’anni don Franco Valeriani vive un’esperienza coinvolgente e umanamente arricchente, recandosi in Guatemala, Nicaragua, Messico, San Salvador: dalla storia di accoglienza della cooperativa La Tenda alla solidarietà con le popolazioni indigene di quegli Stati. Quando parla, per esempio, dell’esperienza in Chiapas, territorio messicano, gli si illuminano gli occhi. Laggiù, racconta, si sperimentano insieme malattia e povertà, che spesso degenera in alcolismo, ma nei villaggi le comunità si aiutano, condividono disagi e difficoltà, si sacrificano per il bene altrui. E questo sacrificio è un esempio di fede autentica. È anche la fede testimoniata da preti e vescovi di origine povera, le cui vocazioni sono in aumento. È sorprendente come questi uomini di chiesa vivano in mezzo alla gente, esaltando ospitalità e accoglienza. Nel Chiapas don Franco e il gruppo “amici della Tenda” finanziano un centro salute, gestito da don Carlo Celli, sacerdote diocesano originario di Pistoia, e da Patricia Guevara. Questa struttura, tra le poche pubbliche (la sanità privata lì si paga a caro prezzo), garantisce l’assistenza sanitaria gratuita. In Nicaragua è stato costruito l’ospedale “La Mascota” per bambini e si promuovono adozioni a distanza (250 euro l’anno), per permettere l’istruzione. Inoltre sono state costruite 50 case (due stanze con bagno) – al progetto collabora il Giappone – per dare riparo alle famiglie che hanno perso l’abitazione a seguito di un uragano. Nel Guatemala si collabora al mantenimento di un collegio per ragazzi invalidi. Don Valeriani ha preso contatti anche nel Salvador, paese oggi tra i più poveri dell’America centrale. Da questi viaggi frequenti, in realtà distanti sia per cultura sia per abitudini e consuetudini, il sacerdote fondatore della Tenda ha tratto diversi insegnamenti, primo fra tutti la comunione ecclesiale, che laggiù è viva e produce frutti, se privilegia la solidarietà e dà opportunità ad ognuno di sentirsi strumento di Dio in favore del prossimo. Per le popolazioni indigene la comunità viene prima di ogni altra cosa, anche dell’efficienza; e i segnali del benessere, che si affacciano nei villaggi indio, non dovranno stravolgere la loro scala di valori. La trasformazione che ha caratterizzato in questi venti anni le Chiese locali è incoraggiante. Le stesse linee pastorali di Papa Francesco – dice don Franco – possono fortificare la religiosità di queste popolazioni, tanto umile quanto intensa.

© Gazzetta di Foligno – Giancarlo Antonelli

0 shares
Previous Post

Settimana politica 2014 – 20

Next Post

Amore fraterno, giustizia, unione, pace

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content