“Ordinary Love”: sulle orme di Mandela
Inaugurata la nuova Biblioteca Multiculturale della Caritas
“Ciò che conta nella vita non è il semplice fatto di aver vissuto. È la differenza che avremo fatto nella vita degli altri.” Così Nelson Mandela – un uomo che la differenza l’ha fatta davvero – riassumeva il suo credo: quello di un “Amore quotidiano”, un Ordinary love – come canteranno gli U2 nel dedicargli una canzone – a cui tutti siamo chiamati.
Quello dell’Amore è stato proprio il fil rouge della giornata di sabato 3 maggio, momento inaugurale della nuova Biblioteca Multiculturale della Caritas intitolata allo statista sudafricano recentemente scomparso. Due i giovani di Foligno a cui si devono il nome e il logo della Biblioteca: Matteo Silvi e Armando Ambrogioni, vincitori del bando lanciato dalla Caritas alcuni mesi or sono. Perché lo spirito di Madiba riassume in maniera efficace i valori – precipui anche della cristianità – che la Biblioteca si prefigge.
“Ama il tuo Nemico: la lezione di Mandela”: questo il titolo scelto per la Tavola rotonda inaugurale. Un titolo che non richiama solo il rovesciamento di prospettiva pungolato dal Vangelo, ma che fa eco al noto testo di J. Carlin, fonte di ispirazione del film Invictus di Clint Eastwood.
A rendere unico questo momento di confronto, l’originalità dei relatori che hanno animato la Tavola, con la loro storia unica e inconfondibile. Prima fra tutte quella dell’Ambasciatrice Sudafricana Nomatembo Tambo, donna carismatica e commovente, attrice e plurilaureata nonché figlia di uno dei più grandi nomi della lotta all’Apartheid, quello di Oliver Tambo. “Circa venti anni fa” – ha raccontato Tembi Tambo – “nel mio paese si pensava che i neri non fossero nemmeno in grado di amare. Ricordo quando da piccola chiedevo a mio padre il perché di tutto questo. Lui mi rispondeva solo: Bisogna perdonare”. Mandela – ha ricordato – ha cambiato il modo in cui i neri venivano percepiti senza commettere l’errore esiziale di asserirne la superiorità.
Profondo conoscitore del Sudafrica, il prof. Mario Aurelio di Gregorio, zoologo, storico e africanista, ha raccontato del suo fugace incontro con Madiba e tratteggiato l’incredibile storia di questo paese. “È importante ricordare che Mandela è sì un simbolo, ma non ha fatto tutto da solo: lavorò una vita dal carcere mentre Oliver Tambo, fuori, propagandava le sue idee”.
A glossare le novità della Biblioteca, il direttore della Caritas di Foligno Mauro Masciotti, che ha sottolineato che il progetto riguarda sì gli stranieri ma anche la cittadinanza, affinché questa possa avvicinarsi al prossimo per arricchirsi delle sue diversità. Molte le lingue che militano negli scaffali della Biblioteca e dell’aula studio: oltre all’italiano, albanese, arabo, francese, inglese, polacco, rumeno, ucraino, solo per citarne alcune.
Ad accompagnare l’evento, il Vescovo della nostra diocesi mons. Gualtiero Sigismondi, che ha ricordato che le ultime due opere-segno della Caritas (la Biblioteca e l’Emporio) sono parte di uno stesso disegno per promuovere il confronto. Citando il Papa emerito, ha sottolineato che il Vangelo non si manifesta in una sola cultura, ma incide sulle culture. E anche in questo progetto della Biblioteca – ha concluso – è l’Amore che tutto muove. Per dirla di nuovo con gli U2: We can’t fall any further if we can’t feel ordinary love/We cannot reach any higher if we can’t deal ordinary love (Non possiamo cadere più in basso di così se non riusciamo a sentire l’amore di tutti i giorni/Non possiamo andare più in alto se non siamo in grado di gestire l’amore di tutti i giorni, ndr).
Gazzetta di Foligno – FRANCESCA BRUFANI