Manlio marini

Foligno: più partecipazione per una rinnovata identità

Intervista al due volte sindaco della città Manlio Marini

Alla vigilia di una importante stagione elettorale, abbiamo chiesto all’ex sindaco Manlio Marini un confronto sullo stato della città e sulle sue prospettive.
Manlio mariniChe città siamo diventati e quali chance ci riserva il futuro?
Foligno soffre di una crisi di identità, dalla quale può finalmente uscire, anche grazie alla bellezza riconquistata con la conclusione dell’opera di pavimentazione (termine improprio perché la parte più importante del lavoro realizzato sono le reti infrastrutturali). Il compito primario dell’amministrazione che uscirà dalle elezioni di maggio dovrebbe essere quello di lavorare per ricostruire una identità non solo economica, ma anche culturale e sociale. I grandi eventi del gennaio scorso, la presenza della Madonna di Foligno e la canonizzazione di Angela ci dicono che questo rilancio è possibile.
I dati tremendi sulla disoccupazione locale (soprattutto quella giovanile) ci interrogano con forza. Come può reagire la città e che cosa può fare la politica?
La politica deve intensificare i rapporti istituzionali di più alto livello (regionale e nazionale) per accedere ai finanziamenti che provengono anche dall’Europa. Foligno ha il diritto, per i meriti acquisiti in questi anni, di avere le risorse di investimento necessarie a ridare slancio all’economia e alla cultura.
L’amministrazione uscente lascia aperte alcune questioni storiche, nodi che non stati ancora sciolti: lo zuccherificio, la mobilità nel centro storico, le partecipate. Quali passaggi dovremo affrontare in futuro su questi temi? Iniziamo dal primo.
Intanto bisogna dire che le aree dismesse erano tre. L’ex Centro Fiera, l’ex Foro Boario e, appunto, l’ex Zuccherificio. Per le prime due si sono trovate soluzioni concrete, anche se la scelta edilizia del Centro Fiera non mi piace. Lo zuccherificio è al momento materia di contesa, una questione indubbiamente complicata da risolvere. C’è stata una posizione molto forte del sindaco di fronte alle pressioni della proprietà sulla variante al piano regolatore, per la quale non ci sarebbe stato comunque il necessario tempo prima delle elezioni. È necessario però ricordare che il Comune non è né è mai stato proprietario dell’area che è stata acquisita da Coop da un altro privato…
Ma il piano regolatore è successivo all’acquisizione dell’area…
Probabilmente il Piano Regolatore Generale è stato troppo silente sulle aree dismesse…
Parliamo delle società partecipate, alcune delle quali hanno in passato eroso consistenti risorse. Quali misure si dovranno prendere in futuro?
Per le società che svolgono servizi essenziali, come la distribuzione dell’acqua (che è un valore prima ancora che un bene) occorre aumentare gli investimenti e ridurre la spesa corrente, forse agendo anche sui costi degli amministratori e magari perfino del personale. Per quelle, come la FILS, che svolgono servizi accessori, credo che la via sia quella di rendere la struttura progressivamente autonoma, sganciarla dalla proprietà pubblica e consentirle di competere sul mercato. Un po’ quanto è stato fatto nell’ambito dei servizi culturali con la Fulginart.
E infine la mobilità. Le pavimentazioni sono praticamente ultimate ma il piano della mobilità urbana è ancora in corso di definizione.
La geografia della città agevola la mobilità pedonale e ciclabile, occorrerebbero però più piste ciclabili e, forse, meno rotonde. Quanto al centro storico mi convince la posizione di Confartigianato che propone di procedere attraverso chiusure a fasce orarie per abituare i cittadini in modo progressivo a muoversi senza l’auto. Sono sicuro che col tempo anche il commercio ne avrebbe un vantaggio e il centro di Foligno potrebbe diventare come quello di Ravenna o Ferrara.
Passiamo al quadro che si sta delineando in vista delle prossime elezioni. Come valuta la scelta del PD di non svolgere le primarie?
Non so come siano andate le cose esattamente. Le primarie di partito non ci sono state perché gli altri presumibili candidati si sono ritirati… Quanto a quelle di coalizione mi pare siano saltate perché SEL non ha accettato l’appoggio della lista dell’ex UDC. In ogni caso le primarie sono un valore per il Partito Democratico e sarebbe stato preferibile che si fossero tenute anche a Foligno.
Dov’è la componente cattolica del PD a Foligno e in generale che cosa si può dire dell’impegno cattolico in questa fase politica?
Su questo tema mi sento di dire qualcosa di personale, mi considero infatti un testimone di quello che i cattolicesimo ha prodotto attraverso l’Istituto San Carlo: Stefano Ponti, Roberto Giacomucci, Pierino Finauri e molti molti altri (l’ex sindaco è troppo modesto per includersi nella lista, ndr). Persone che hanno dato da cattolici un grande contributo alla città. Il cattolicesimo folignate aveva nell’Istituto San Carlo un luogo privilegiato alla formazione politica e sociale. Oggi probabilmente mancano luoghi di questo tipo, mancano luoghi di esercizio della pre-politica, non solo nella nostra città e non solo in ambito cattolico.
Torniamo allo scenario delle prossime elezioni. Quale prospettiva post primo turno si configura nei rapporti PD SEL?
È difficile prefigurare ora che cosa accadrà. Molto dipenderà dalla consistenza che avranno le varie forze al primo turno. Mi sembra infatti che la probabilità di andare al ballottaggio questa volta sia abbastanza alta.
Il centro destra ha trovato unità su un candidato autorevole e aperto alle istanze sociali. Come valuta questa evoluzione?
Si potrebbe dire che Forza Italia ne esce ridimensionata, non avendo espresso il candidato sindaco. La coalizione ha individuato un candidato di un’altra espressione politica, con il quale pensa di poter sviluppare una politica diversa e di avere maggiori possibilità di vittoria rispetto al passato.
Il Movimento Cinquestelle ha rappresentato un’istanza di ribellione nei confronti dei privilegi e della chiusura della politica. Quanta forza hanno a Foligno?
Il Movimento Cinquestelle è la grande incognita delle prossime elezioni, non ho idea di quale consistenza possa avere. Alcuni dei problemi che sollevano sono reali, anche se il modo di affrontarli è scorretto.
Aldo Amoni è l’outsider della competizione, su quali forze può fare affidamento?
Immagino che conti sull’appoggio dei commercianti e, forse, anche delle altre associazioni di categoria. Probabilmente pensa di far presa su un certo malcontento dei cittadini riguardo ai problemi della viabilità e ai ritardi nella pavimentazione. Pensa forse di poter far valere il suo peso in un eventuale ballottaggio.
Per finire, se dovesse dare un consiglio al prossimo sindaco…
Un sindaco dovrebbe essere umile, paziente, pronto ad ascoltare e accettare tutte le critiche. Credo che la prossima amministrazione sia chiamata a realizzare un più efficace sistema di partecipazione dei cittadini, che non può essere comunicazione di progetti pre-confezionati. La partecipazione deve realizzarsi su qualcosa che si costruisce insieme, senza togliere a chi ha la responsabilità di governare l’onere della decisione finale.

© Gazzetta di Foligno –  VILLELMO BARTOLINI

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