Un’alleanza generazionale per uscire dalla crisi
Convegno “Creatività e lavoro”
“Il San Carlo è il cuore pulsante del rinnovamento da cui sono partiti i processi di libertà e democrazia a Foligno, città che deve essere riscaldata per dare dignità e speranza”. Sagge le parole che Monsignor Luigi Filippucci ha pronunciato mercoledì 19 Marzo all’apertura del convegno su “Creatività e lavoro”.
Veramente a scaldarci ci aveva già pensato il concerto dell’orchestra degli alunni del liceo Frezzi, che ha intrattenuto gli invitati e introdotto alla splendida serata.
Il moderatore Dott. Paolo Raffaelli, complimentandosi con i musicisti, ha sottolineato che la bellezza salva il mondo, nella bellezza si costruisce la creatività.
“D’altronde ogni attività dà voce alle creatività e dove non c’è lavoro manca dignità e non c’è spazio per la creatività”, così ha continuato il nostro Vescovo S.E. Gualtiero Sigismondi, “i lavoratori non devono essere lasciati soli, gli imprenditori devono essere accompagnati e tutti i cittadini devono essere responsabili per il peccato di evasione di fronte allo Stato”. Quindi, salutando la platea, il Vescovo ha ringraziato ancora la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi e tutti i suoi membri, che da anni lavorano su questi temi.
I ringraziamenti sono giunti anche dal sindaco Nando Mismetti, che ha evidenziato quanto la pastorale si sia prodigata per il bene comune della città. Al centro occorre rimettere il tema del lavoro ed investire nella formazione, perché le persone devono misurarsi con cambiamenti continui, devono sapersi riconvertire in altre attività (Innovazione e tecnologia).
Quindi è stata la volta di Antony Xavier Ladis Kumar, presidente ACLI Umbria, che ha delineato la possibilità di ripresa per l’Italia e per la nostra regione, se si attiva una rivoluzione culturale volta a scoprire e valorizzare i talenti e le attitudini dei più giovani, per una cultura del bello in un’ottica non limitata alla cittadina di appartenenza ma pronta ad entrare nel mercato internazionale.
Silvia Ferrata, responsabile delle relazioni esterne dell’Oma Tonti Spa, ha aggiunto che il punto di forza dell’azienda non sono solo le componenti tecnologiche, ma anche e soprattutto le risorse umane.
Aver chiesto in passato importanti cambiamenti ai loro dipendenti è stato il motivo di successo dell’azienda stessa. I dipendenti si sono reinventati, apprendendo nuovi mestieri, investendo in formazione, e in questo processo sono emerse le qualità personali; la capacità di lavorare in gruppo, la comunicazione delle relazioni, la conoscenza critica e la forza delle idee insieme alle elevate competenze tecniche in campo aereonautico hanno permesso l’attuale sviluppo dell’azienda.
Infine la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, ha ringraziato la Diocesi per la sua presenza nel territorio e nella vita sociale della città. “Oggi l’Europa ci dà gli strumenti per la crescita gestiti dal governo e dalle regioni; il Fondo Sociale Europeo permette ai giovani di formarsi, di innovare l’apprendimento, cambiando i profili professionali dei lavoratori e uscendo dall’ottica del posto sicuro e per tutta la vita”.
Poi Mons. Fabiani Longoni, direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali ed il Lavoro della C.E.I., ha introdotto il tema della serata citando le parole pronunciate da Papa Francesco a Cagliari : “Signore aiutaci ad aiutarci tra noi. Se siamo insieme, le generazioni sono insieme, chi ha avuto molto nel passato dovrebbe rinunciare a qualcosa per i giovani”.
“Quando la Chiesa parla di evangelizzazione”, ha continuato il direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali ed il Lavoro, “si riferisce all’annuncio della verità: Dio fatto uomo fa incontro con l’uomo per sentire tutto l’umano nella realtà. Ogni lavoro è un luogo di Dio, ogni atto umano è di Dio. Il lavoro non è una punizione del peccato ma dignità, è l’incontro autentico che fa nascere il rispetto, il dialogo tra le persone”.
In quest’ottica anche l’economia assume una veste nuova come “Economia Relazionale”, in cui ognuno mette in comune le proprie idee e la propria formazione e i soggetti economici si incontrano nella tradizione del territorio insieme alle imprese che lo caratterizzano e che ne definiscono la storia.
Dentro questa storia l’Economia ha un significato, Cristo diventa un attore, lo si vede nelle persone con cui si lavora e con cui si vive la propria vocazione cristiana in quella specifica realtà. Nel proprio lavoro si riceve lo stesso Cristo che si riceve sull’altare. La fede sta dentro la dimensione della vita, Dio è dentro ogni attimo della vita dell’uomo. Nel lavoro, se si vuole uscire dalla crisi, dobbiamo individuare i fini laici e cattolici.
L’articolo 46 della Costituzione Italiana recita: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”. Tutto ciò viene applicato da tempo in Germania e risponde a quanto stabilito dalla dottrina sociale della Chiesa.
Con attenzione ed interesse la platea ha seguito il relatore, che terminando ha citato degli importanti campi da arare: semplificare la normativa sul lavoro, investire nei servizi di orientamento e formazione. Il compito della pastorale sociale nel territorio è ben delineato: aprirsi a tutte le realtà presenti, offrire tavoli di dialogo con tutti gli attori, per favorire l’incontro delle opinioni differenti e sempre nel rispetto (sindacati, ordini professionali, Confindustria ecc). È uno stile di Pastorale sociale che crea una mentalità nuova, scommettendo sempre di più sui giovani che possono dare molto e che sono una scommessa vinta. Occorre un’alleanza generazionale, per dimostrare ai giovani che c’è una possibilità nuova, purché loro credano negli adulti.
Bello e formativo, l’intervento di Monsignor Longoni è la risposta a coloro che si domandano perché la Chiesa e le Pastorali diocesane dovrebbero occuparsi di lavoro, disoccupazione, sviluppo e di economia in generale: perché è in questi ambiti che troviamo l’uomo, di cui si occupa e preoccupa Dio e quindi anche la Chiesa tutta.
© Gazzetta di Foligno – PAOLA POMPEI