Il basket, la mia passione
A colloquio con il giocatore di pallacanestro Leonardo Marchionni
Potresti raccontarci qualcosa di te stesso?
Salve, mi chiamo Leonardo Marchionni, ho 21 anni, sono di Foligno e ho frequentato l’Istituto Tecnico Commerciale, poi dal settembre del 2013 sono entrato all’Università delle scienze motorie e sportive a Perugia. Inoltre gioco a basket da ben 13 anni e dal 2013 ho intrapreso la strada di allenatore di basket presso la società Umbria Basket School. Essenzialmente, come allenatore, sono 3 i gruppi di cui mi occupo: “Under15 maschile” “Under15 e Under13 femminile”.
Nel dettaglio, puoi dirci qualcosa in più riguardo all’Umbria Basket School?
Si tratta di una società dilettantistica che da quest’anno milita in un campionato interregionale Umbria-Marche; è una società nata nel 2011-2012 dalle ceneri del basket Foligno. Lo scopo è quello di far crescere i giovani di talento. Abbiamo anche una collaborazione con il basket accademy di Perugia. La prima squadra è composta per l’appunto da tutti giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni. Il campionato di C2 è davvero molto arduo, in quanto in questi campionati vi sono tutti quei giocatori che prima militavano in categorie superiori, come, ad esempio, serie A o lega 2. Indipendentemente da questo, noi come squadra ci siamo tolti molte soddisfazioni, battendo questi “veterani” del basket. Attualmente siamo quinti in campionato. Le nostre vittorie sono riuscite grazie al nostro gioco di squadra e alla grande voglia di giocare insieme: si preferisce realizzare un passaggio in più piuttosto che prendere la gloria di un canestro.
Bene, procediamo: cosa puoi dirci della tua squadra?
La nostra squadra è composta da un gruppo di amici piuttosto che da giocatori esperti. Grazie a questa mentalità ci siamo tolti diverse soddisfazioni: ad esempio la vittoria della coppa Umbria e la vittoria del campionato di serie D con la relativa promozione in serie C2, entrambe realizzate l’anno scorso. La nostra forza non dipende solo dall’unione della squadra, ma anche dal caloroso pubblico che ci segue in ogni partita, specie in casa. Il bello del pubblico è anche vedere che è composto prevalentemente da giovani, i quali giocano sempre per la nostra società: sono gli stessi giovani che ti abbracciano o ti danno il cinque alla fine di ogni partita e ti vedono come quel giocatore veterano del basket, anche se non lo siamo.
Davvero molto interessante; dimmi: cosa significa e quanto è importante, a tuo parere, il basket?
Il basket per me è semplicemente una passione innata. Mi sono innamorato di questo sport verso i 6-7anni, quando una sera a casa, girando i canali della televisione, ho visto il miglior giocatore del mondo di basket, soprannominato “sua maestà”, Michael Jordan, compiere un gesto tecnico, ovvero una schiacciata a canestro. Da lì decisi di intraprendere la carriera del basket. Per me il basket è vita, stare un giorno senza basket è come avere la febbre; Inoltre questo sport mi ha dato molto non solo a livello sportivo, ma anche a livello di vita: di fatto la pallacanestro non è solo un gioco. Mi ha dato l’opportunità di vincere molto, non solo come giocatore, ma anche come persona. Ho conosciuto molti amici e ho avuto la possibilità di confrontarmi con giocatori più esperti e con allenatori di grande livello. Anche per questo ho voluto intraprendere la carriera di allenatore, con lo scopo di trasmettere qualcosa ai miei gruppi giovanili non tanto a livello tecnico, ma a livello personale.
Come ultima domanda vorrei chiederti questo: cosa consiglieresti a tutti gli aspiranti giocatori del basket, specie coloro che sono “alle prime armi”?
Consiglio a tutti di giocare a pallacanestro, in quanto è uno sport che ti permette di spaziare in diversi orizzonti e di migliorarti. Il basket è principalmente sacrificio: non occorre avere un grande talento, ma tanta voglia di mettersi in gioco, dando sempre il massimo in ogni minuto di allenamento e di partita. Il basket non è semplicemente realizzare per forza il canestro, ma la modalità con cui si realizza il canestro per la vittoria.
© Gazzetta di Foligno – FEDERICO SANTONI