Il ritorno di un mito a due ruote
Abbiamo incontrato Roberto Preziosi, pronto a rilanciare il famoso marchio di biciclette folignati
Potrebbe raccontarci qualcosa di sé e dirci di che cosa si occupa?
Volentieri. L’azienda Preziosi nasce nel 1915 con l’idea di mio nonno, Primo Preziosi, di costruire una fabbrica essenzialmente di bici. Questa ha avuto nel tempo grande importanza e rilevanza; precisamente ha riscontrato un successo assai elevato durante gli anni ‘40, ‘50 e ‘60. C’è da dire che l’azienda sicuramente è stata ammirata, ma anche invidiata. Commercialmente parlando, mio nonno si stava ingrandendo, in quanto presentava un prodotto bello, forte ed economico. L’azienda in seguito è andata avanti con successo sino agli anni ‘70, quando purtroppo si sono verificati alcuni eventi negativi, come la scomparsa di mio nonno ed il fatto che l’azienda non è più riuscita a stare al passo col mercato ed il commercio degli anni ‘80 e ‘90.
Quindi l’azienda ha avuto un periodo un po’ “particolare”, giusto?
In effetti vi è stata un’involuzione. Da parte mia, sentimentalmente parlando, si è verificata una “chiusura” interiore, in quanto il dolore e il dispiacere sono stati davvero molto forti. Ho quindi continuato a seguire il mio percorso professionale da agente di commercio, lavorando per diverse aziende.
Quale motivo l’ha spinta a riprendere la strada di suo nonno?
Di fatto la mia volontà è stata quella di riportare alla luce un vero e proprio mito italiano, che ha fatto parte della storia e della vita di molte persone. Sono andato, perciò, a ricostruire la storia di mio nonno, la sua vita, i suoi valori e soprattutto ciò che aveva fatto per il lavoro. Quindi vi è stata una scoperta e di conseguenza una ricostruzione davvero molto particolare e in un certo senso anche molto interessante, che mi ha permesso di comprendere l’originalità e l’immenso valore di questo prodotto semplice, ma unico.
Davvero molto interessante, un’ottima scelta. Proseguiamo: qual è stata la reazione di Foligno, patria per l’appunto di questa storica bici?
Dal punto di vista emotivo, vi è stato un meraviglioso riscontro: riscoprire questo marchio è stato davvero molto emozionante non solo per me, ma anche per la gente di Foligno, che ha conosciuto mio nonno ed i relativi prodotti. Quindi in sintesi vi è stata una reazione positiva.
Come testimonial per la riproposizione della bici Preziosi ha scelto una ragazza che è una modella più che nota: c’è una ragione precisa dietro ciò?
Esattamente. La ragazza in questione, ovvero Marta Cecchetto, è sì una modella molto nota, ma anche una ragazza molto unita alla famiglia e a quei valori sani e giusti. Per questo motivo ho reputato esatta la combinazione tra l’azienda di mio nonno e una persona di buoni principi come lei, uniti da aspetti comuni come appunto l’insieme di valori positivi.
Quali sono le difficoltà e i vantaggi che possono riscontrarsi in un settore come questo?
A Foligno bene o male, anche nei momenti di crisi più difficili legati al prodotto, la bicicletta è sempre andata, perché come città si presta molto ad uno uso piacevole e ripetuto della bici. Questi tempi, per una questione politico-economica, non sono facili: tuttavia in questa “nuova storia”, se così vogliamo definirla, c’è davvero tanto cuore nel riproporre un mito.
Secondo lei, qual è l’importanza del “made in Italy”?
In Italia, senza alcun dubbio, vengono realizzati davvero prodotti di grande qualità; siamo un paese che eccelle in quasi tutti i campi, specie in quello dell’artigianato. Siamo i migliori nella produzione manuale, artigianale: dobbiamo avere solo l’impegno e la capacità di valorizzare, sponsorizzare e promuovere tale nostra abilità nel produrre col cuore e l’anima.
Bene, siamo giunti alla conclusione: quale consiglio, quale messaggio sente di dover trasmettere a coloro che si occupano di attività produttive, che lottano contro la crisi, riproponendo anche miti del passato?
Dico semplicemente questo: avevo una realtà, quella relativa alla bici di mio nonno, che in un primo momento ignoravo e quindi non consideravo. In seguito mi sono accorto del “tesoro” che avevo e che potevo riproporre. Consiglio pertanto di saper ben vedere quello che c’è intorno a noi, tutto ciò che ci hanno lasciato i nostri genitori e i nonni con tanto sacrifico ed impegno.
Gazzetta di Foligno – FEDERICO SANTONI