La nazionale olimpica di BMX scalda i motori per Rio a Foligno
Un’occasione per intervistare il dott. Giovanni Boni
La nazionale olimpica di BMX ha fatto tappa in Umbria per una tre giorni di preparazione atletica in vista degli importanti impegni agonistici del prossimo anno, validi per accumulare punteggi ai fini della qualificazione alle olimpiadi del 2016 in Brasile. Dodici atleti tra i più forti in Italia e con grande esperienza internazionale hanno “girato” sabato mattina 2 novembre nella pista di BMX di Perugia, sotto la guida del tecnico Ludovic Laurent e del collaboratore perugino Francesco Gargaglia. Tra gli atleti anche il perugino campione europeo Diego Verducci, che si prepara per diventare uno dei più forti atleti di questa disciplina in campo internazionale. Nella giornata di domenica 3 novembre gli atleti hanno fatto tappa all’Ambulatorio di Medicina dello Sport del Dott. Giovanni Boni, dove i biker sono stati sottoposti ad una batteria di test per valutare lo stato di forma, i talenti e le carenze muscolari e propriocettive su cui lavorare per preparare al meglio la prossima stagione agonistica, in vista anche delle qualificazioni alle olimpiadi di Rio.
Ho il piacere di intervistare il dott. Giovanni Boni, presidente della Federazione Medico-Sportiva Italiana della Regione Umbria, che ha ideato la batteria di test e ha presieduto i lavori scientifici che si sono protratti tutta la domenica( 03/11); è stato coadiuvato dai terapisti Stefano Spaccapanico, Antonio Petrella, dal preparatore atletico Gabriele Pampanelli e dai tecnici Laurent e Gargaglia.
Quale soddisfazione ha riportato nel seguire la nazionale?
Il fatto che i tecnici Laurent e Gargaglia abbiano scelto il mio ambulatorio di Foligno per la valutazione funzionale degli atleti olimpici è un motivo di orgoglio e di vanto per l’elevato livello della medicina dello sport della nostra regione e per la città di Foligno, è un’ulteriore possibilità di diffusione della pratica dello sport della BMX in Umbria e infine un motivo di incoraggiamento per i giovani medici dello sport, che si accingono a svolgere questa bellissima professione.
Come è nata la sua passione per la medicina dello sport?
Nasce la passione per entrambe nello stesso momento: per lo sport inteso come movimento finalizzato al benessere della persona e non solo come attività fisica agonistica e l’amore per la medicina che mi ha accompagnato fin da piccolo. Con la medicina dello sport sono riuscito a coniugare queste due passioni.
In una società dove il merito viene poco considerato e riconosciuto, cosa si sente di dire ai giovani studenti che si accingono in particolare allo studio della medicina?
Pur venendo da una famiglia semplice, padre bidello e madre casalinga, la passione per lo studio e per il sacrificio, che ha comportato tante privazioni durante gli anni scolastici, mi ha permesso di entrare per merito in una università importante, di specializzarmi fino a poter essere il medico della nazionale di ciclismo settore fuori strada; ciò mi ha portato alle Olimpiadi, da Pechino fino a quelle di Londra.
Quanto la formazione permanente(long life learning), la disponibilità allo studio e al continuo aggiornamento sono stati importanti nella sua preparazione?
Solo nell’ultimo mese ho trascorso tre fine-settimana all’estero per partecipare a dei corsi di aggiornamento di alto livello. Si sono tenuti a Strasburgo, a Barcellona, a Bath (Inghilterra) per approfondimenti nel campo delle infiltrazioni eco-guidate, della cardiologia dello sport e delle altre tematiche relative alla mia professione.
Quanto i valori cristiani della sua famiglia di appartenenza, oggi da lei e da sua moglie abbracciati, sono importanti nella sua professione?
I valori cristiani ritengo che siano il fondamento di ogni professione, nella medicina sono l’essenza. Ogni volta che mi occupo dei miei pazienti, di quelli più giovani, in particolare dei bambini, cerco di trasmettere i valori cristiani ricevuti dai miei genitori, dalla parrocchia e dalle Suore Salesiane a Cannara. Ciò che poteva sembrare allora più noioso e a volte poco compreso è stato l’elemento essenziale della mia professione.
Quali i suoi prossimi appuntamenti come presidente dell’FMSI?
Oltre a congressi per medici, accreditati dal ministero, facciamo seminari allo scopo di divulgare stili di vita sani per la prevenzione di malattie. Il prossimo, “Alimentazione mediterranea e sport”, si terrà ad Assisi presso l’Istituto Casoria il 30/11. In tale occasione sarà presentata l’attività svolta dalle suore Francescane Elisabettine nei confronti di bambini portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Questo è uno dei modi con cui un cristiano può occuparsi degli altri e portare la sua testimonianza.
© Gazzetta di Foligno – PAOLA POMPEI