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La Coop si farà, il resto si vedrà

Il presidente della Coop Giorgio Raggi è stato categorico: sull’area dell’ ex Zuccherificio il Comune deve scegliere senza perdere altro tempo. La scelta riguarderebbe la parte residenziale: o le due torri alte 78 metri proposte dall’architetto Gae Aulenti, o i due grandi edifici di 36 metri disegnati ora dallo studio Araut. Più o meno la cubatura è la stessa, così come il numero delle abitazioni, ma nel primo caso si punta al cielo e nel secondo l’ingombro si sviluppa in orizzontale. Raggi è favorevole alla prima scelta, ma oramai non gli resta che attendere la soluzione del Consiglio comunale. Fate presto, si raccomanda, non si può più attendere, dal momento che la bonifica e l’urbanizzazione dell’area sono state compiute e la realizzazione del nuovo progetto, come sostenuto anche dall’impresario Riccardo Settimi, porterebbe una boccata d’ossigeno alla nostra crisi occupazionale. Rispetto alle altre questioni – come la conformità al piano regolatore dei due nuovi progetti, l’area direzionale, il futuro parco delle scienze, il parcheggio sotterraneo, le passerelle sul Topino, le trasformazioni della viabilità, i timori per l’esodo dei commerci fuori del centro storico e per la possibile depressione del territorio, ecc. – alcune sembrerebbero diventate di contorno, altre non si sa se, quando, come si faranno, e con quali soldi si faranno. Di fatto ora l’ultimatum di Raggi suona come un torri sì o torri no. E il Sindaco risponde che a novembre il Consiglio comunale deciderà. Decisione non facile, con consiglieri favorevoli o contrari al megaprogetto in entrambi gli schieramenti. Non facile neppure per l’attuale maggioranza, dove Rifondazione, Sel e Socialisti si mostrano tutt’altro che entusiasti. Ma quando si governa si deve scegliere – replica Raggi – e quando lo si fa, si ha una parte del popolo contro e una a favore, ma se non si sceglie si ha tutto il popolo contro. Tutto forse no, ma di sicuro le perplessità, le preoccupazioni, i giudizi critici sul futuro dell’ex Zuccherificio sono stati tanti in questi ultimi anni, sia da parte della gente comune, sia da parte delle persone più competenti o interessate. La Gazzetta di Foligno li ha ospitati. Tali interventi ci sono giunti spontanei e non richiesti, e provenienti dalle diverse aree politiche, come ben sa chi ha seguito il dibattito da queste colonne o sulle pagine online. E anche oggi, chiedendo in giro, sembrerebbero più i dubbiosi e i preoccupati rispetto ai favorevoli e agli entusiasti, nonostante le accattivanti foto dei progetti viste sul grande schermo. L’esitazione resta: la città cambierà volto e storia, e l’impatto non solo visivo sarà enorme; modifiche consistenti toccheranno l’intera area e molte, forse, non a vantaggio del centro storico; infine, non è detto che la richiesta residenziale di pregio, sempre che a Foligno ce ne sia bisogno in questo momento e nel prossimo futuro, trovi sfogo e opportunità accanto alla movida di un grande centro commerciale. Lo stesso dicasi – Le Scale insegnano – per la prevista area direzionale. Questo il dibattito in corso che la Gazzetta registra e rilancia. Alla politica le decisioni ultime.

Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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