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Settimana politica 2013-28

La TARES e lo smaltimento che costa sempre più
La nuova tassa, in sostituzione della TIA, si dovrà pagare in tre rate, la prima il prossimo 31 agosto, la seconda il 31 ottobre, la terza il 31 dicembre. Con quasi certezza, rispetto alla bolletta precedente, ci sarà un aumento del 30%, considerato che, oltre ai 30 centesimi al mq destinati allo Stato, la Tares ha come obiettivo quello di coprire completamente l’incremento del costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e i costi di altri servizi come illuminazione pubblica e polizia municipale. Francesco Maria Mancia, consigliere del Popolo delle Libertà, ricordando che nella prima commissione consiliare la proposta dell’opposizione di spostare la prima scadenza è stata respinta, sottolinea che oggi è lontano l’obiettivo, che era del 2011, di raggiungere il 55% della raccolta differenziata dei rifiuti. In questo modo le bollette non potranno beneficiare di riduzioni; anzi, con l’utilizzo della discarica di Magione (per ritornare a Sant’Orsola ci vorrà più di un anno), l’ATI3, autorità regionale che unisce più Comuni tra cui Foligno, dovrà pagare 10 euro di maggiorazione per ogni tonnellata di rifiuti lì conferiti. Stefania Filipponi, consigliere di minoranza, e Mauro Fonzo, avvocato in rappresentanza dei consumatori, diffidano la VUS, che fa da esattore, a maggiorare le bollette prossime della TARES per recuperare tali costi aggiuntivi. Non è ben chiaro se l’ATI3 pagherà quei 10 euro in più, ma è chiaro che portare i rifiuti a Magione costa senz’altro di più. Nando Mismetti, oggi presidente pro-tempore di ATI3, è stato delegato a confrontarsi con la Regione per cercare di contenere le spese per lo smaltimento e accelerare soluzioni (inceneritori, forse?) per la chiusura del ciclo dei rifiuti. 16 Comuni umbri più piccoli, tra cui Cannara, hanno raggiunto il 65% differenziando i rifiuti domestici prodotti. Sarà anche più facile con meno abitanti, ma a Foligno si è dormito su questo fronte e ancora (per esempio in periferia sud) si stenta ad ampliare le zone servite da contenitori appositi per carta, plastica ed organico.

Il PD non festeggia. SEL sì
A Foligno le lunghe Feste dell’Unità sono ormai un ricordo. Quel volontariato attivo si mobilitava per quasi un mese ai Canapè, prima, poi nell’area di Porta Todi, per auto-finanziare il partito. Se il PD, erede in qualche modo dell’antico PCI, non festeggia, Sinistra ecologia-libertà ha organizzato la “festa giusta”, poco più di una fine settimana nella taverna del Pugilli. Attorno al nuovo, come formazione, partito della sinistra, ruotano diversi giovani che vogliono avvicinarsi e far politica attiva. Il leader a Foligno è indubbiamente una donna, Elisabetta Piccolotti, assessore in Comune, che cerca di ritagliarsi un ruolo importante anche per la prossima legislatura amministrativa. Difficile che potrà aspirare a ruoli di primo piano (Sindaco), ma certo la grinta non le manca. SEL si batte, afferma Piccolotti, soprattutto per assicurare ai cittadini una qualità della vita dignitosa; e per questo chiede, tra l’altro, la chiusura alle auto del centro e un progetto di recupero e di rilancio, agevolando giovani coppie per poter vivere entro le mura e attraverso anche l’apertura di botteghe artigianali. Le pavimentazioni finiranno ad inizio anno nuovo, ma il tira-molla del centro chiuso sì o no è cominciato da tempo, senza che si è giunti finora ad una soluzione condivisa anche dai commercianti.

Bilancio Provincia: sarà l’ultimo?
Il lamento dei tagli ai bilanci è lo stesso per Regione, Province e Comuni. Quello della Provincia di Perugia per il 2013 deve fare a meno di 13 milioni per la spesa corrente e pesanti riduzioni sono state adottate sulle funzioni principali dell’ente, come viabilità, edilizia scolastica e ambiente (caccia e pesca). Nonostante tutto il piano triennale degli investimenti prevede interventi per 31 milioni, 19.785.000 per le strade, 6.993.000 per le scuole, 3.628.000 per l’ambiente e 1.014.000 per ulteriori servizi. In totale il bilancio di previsione per l’anno in corso ammonta a 217 milioni. Il presidente della Giunta Marco Vinicio Guasticchi – grande amico della Quintana, sfila da qualche anno nel corteo – è critico con i burocrati dello Stato che soffocano le finanze delle Province, “costringendole di fatto a chiudere i battenti”. Quindi si devono controllare giorno dopo giorno l’andamento di entrate e uscite e, se necessario, bisogna utilizzare il fondo di riserva che ancora la Provincia è in grado di accantonare. Una situazione critica a detta dell’amministrazione provinciale. Sono stati ridotti i costi di funzionamento per risparmiare 1,5 milioni e si vende il patrimonio immobiliare, che dovrebbe portare in cassa 25 milioni, 5 dei quali destinati agli investimenti e 19 all’estinzione anticipata del debito. Tutti gli amministratori si lamentano, non fa eccezione quindi Guasticchi; ma per la Provincia di Perugia c’è la probabilità della sua chiusura, delegando le funzioni specifiche soprattutto ai Comuni, che diventerebbero così la maggiore istituzione a servizio del popolo. La Provincia con Guasticchi, presidente molto contento di apparire, non manca di spendere per essere presente in numerose manifestazioni di vario genere, anche sovrapponendosi ad altre istituzioni.

Consiglieri provinciali quasi sconosciuti
A proposito di utilità delle Province, non so quanti conoscano chi sono i nostri rappresentanti nel Consiglio perugino. Se si eccettua qualche intervento (Maurizio Ronconi, Unione di Centro, si fa vivo spesso specie sulla stampa) sporadico, l’impegno dei consiglieri eletti nei nostri collegi è più silente che vociante. Sono Sandra Allegrini, già consigliere comunale a Foligno per la Margherita, e Daniele Pinaglia, già consulente del sindaco Salari, per il Partito democratico; Teodoro Armillei, già presidente della Comunità Montana del Subasio, per Italia dei Valori-Lista Di Pietro; Paola De Bonis per il Popolo delle Libertà. Non che l’efficacia del loro incarico si misuri con l’esposizione sui mass-media o con incontri con i cittadini, ma rendere conto ai propri elettori del loro operato in Provincia è un dovere. Va bene anche che il loro ruolo è specifico su poche materie, ma interessarsi ai problemi e alle situazioni difficili che non mancano è sempre un compito di chi è impegnato in politica. Poi la loro presenza a manifestazioni istituzionali è pressoché nulla.

© Gazzetta di Foligno – Giancarlo Antonelli

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