disoccupazione

L’Umbria: speranze di ripresa in uno scenario ancora difficile

Le indagini statistiche di “Infocamere” e “Unioncamere” hanno evidenziato nel I trimestre del 2013 un aumento della disoccupazione. Non è cosi, invece, per i laureati, che hanno riportato in Umbria un aumento dell’occupazione di circa il 4%; pertanto, in un periodo in cui i posti di lavoro sono scesi, sembra che l’andamento della disoccupazione sia direttamente proporzionale al titolo di studio.
Nel nostro territorio l’occupazione è diminuita in tutti i settori tranne in quello dei servizi alle imprese e, in particolare, del turismo dove c’è stato un incremento del 5% circa.
Questo l’epilogo di un periodo di crisi che sembra continuare per un altro anno; infatti per la ripresa bisognerà aspettare l’arrivo del 2014.
Molte sono le imprese piccole e medie che continuano a chiudere o a fallire in Umbria. Da un rapporto del Cerved, gruppo specializzato nell’analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito, che ha preso in esame le istanze di fallimento registrate presso le Camere di commercio, mediamente in Italia chiudono 50 aziende al giorno.
In Umbria, la perdita di occupazione si rileva maggiormente tra le micro imprese; tra le grandi (molto poche nel nostro territorio) l’occupazione addirittura aumenta di quasi il 4%. Quindi l’andamento dell’occupazione è correlato anche alla dimensione aziendale.

disoccupazioneLe conseguenze più evidenti di questo scenario sono i comportamenti di spesa delle famiglie Italiane e Umbre: è stato speso il 15% in meno nel settore abbigliamento e calzature, ma ancora più preoccupante è la spesa alimentare che è in continuo calo. Il PIL umbro si è ridotto notevolmente.
Gli unici settori in controtendenza, nel primo trimestre, sono l’informatica e le telecomunicazioni; infatti, qui le spese sono aumentate mediamente del 15%.
Questi dati non sono meri numeri, ma informazioni importanti che indicano la grave situazione della nostra regione; la loro lettura, non deve scoraggiarci ma aiutarci a comprendere come indirizzare le nostre scelte. Segnali positivi ci sono stati: nel primo trimestre 2013 le iscrizioni di imprese femminili, giovanili e straniere hanno mantenuto un peso notevole e comunque in controtendenza rispetto alle altre tipologie di azienda, considerando che in tutti gli altri comparti il numero delle cessazioni è stato superiore a quello delle iscrizioni. Il 30% delle nuove imprese iscritte sono femminili e il 15% sono straniere,tale situazione è, però, peggiore rispetto a quella riportata negli stessi settori del resto d’Italia.
Il saldo tra le unità aperte nella regione Umbria nel primo trimestre del 2013 e quelle chiuse nello stesso periodo è positivo per il 3%; è questo un dato migliore di quello nazionale in cui le chiusure sono più numerose rispetto alle aperture. Un segnale di speranza per il nostro territorio, per i più giovani e per coloro che non lo sono più ma che formano quella parte della popolazione attiva disoccupata che potrebbe uscire da tale stato anche grazie alle nuove aziende che sono state aperte in Umbria.

© Gazzetta di Foligno – Paola Pompei

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