Cesarini Mons Dante

Fondamentalista a chi?!

La cosa più curiosa è questa: che anche l’irreligioso può essere fondamentalista. Se ritiene che la propria irreligiosità sia una posizione indiscutibile, dotata a priori di validità assoluta e suprema è senza dubbio fondamentalista. Ma è vero che il termine “fondamentalismo” nacque alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti, in ambito religioso, e precisamente protestante in polemica contro il liberalismo teologico. Ed ecco le caratteristiche di questo primo fondamentalismo: interpretazione alla lettera di ogni pagina della Sacra Scrittura, avversione al darwinismo, rigorismo etico condotto fino alla proibizione del vino, adesione alla politica nei settori più conservatori del partito repubblicano americano.
In un secondo momento, il fondamentalismo è entrato anche nel vocabolario dei cattolici; in un terzo momento è servito a designare le posizioni conservatrici in tutte le religioni. I talebani ne hanno fatto le spese in una maniera particolarissima. È interessante ribadire la dimensione psicologica del fondamentalismo, consistente nel rifiuto di argomentare le proprie posizioni conservatrici perché sono “sentite” come vere e indiscutibili.
Prendiamo l’atteggiamento fondamentalista islamico: si manifesta con virulenza quando l’Islam si sente minacciato dall’esterno e allora decide di tornare alle proprie radici coraniche e alla tradizione della comunità primitiva. Il più recente fondamentalismo di questo tipo risale al XIX e XX secolo, quando l’Islam veniva umiliato dalle conquiste coloniali europee, le quali generarono frustrazione, rabbia, spirito di vendetta.
Il fondamentalismo ebraico nacque nel secolo XVIII quando la cultura illuministica influì in misura notevole sul mondo ebraico; i primi fondamentalisti si chiamarono ortodossi e si distinsero per il metodo del loro sistema scolastico, tutto basato su testi religiosi, con esclusione della cultura secolare, illuministica o no. Sorse poi, agli inizi del XX secolo, il progetto sionista di ritorno del popolo ebraico in Palestina; tra questi sionisti non erano prevalenti gli ortodossi, ma senza dubbio non ne mancarono. Il fondamentalismo ebraico, nato dapprima senza intenti politici, via via ha abbracciato il radicalismo politico, anche tra le fila degli ultraortodossi.
La questione cristiana è quella di sapere se sia possibile il riconoscimento di una laicità dello Stato rispetto alla religione . Questione determinante! In ambito cristiano, Chiesa e Stato sono distinti, e non saperli distinguere, pur nei casi non rari di collaborazione, significherebbe rompere uno dei fondamenti della libertà cristiana nel mondo. In verità i cristianesimo ha affrontato da tempo questo problema risolvendolo globalmente con la liberazione dal cesaropapismo e dalla teocrazia, cioè dai due estremi. Nella realtà dei fatti, un’estensione dominatrice della comunità dei credenti sulla società civile, produrrebbe un’utopia ingenua e liberticida. L’autonomia delle realtà terrene proclamata dalla “Gaudium et Spes” è uno degli ultimi baluardi di difesa dei cattolici dal fondamentalismo.

dantecesarini@alice.it

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