femminicidio - olga

Se questo è un uomo…

femminicidio - olgaBadante”, “ucraina”, “straniera”. Nei titoli dei giornali, nelle locandine davanti alle edicole, come pure nelle chiacchiere della gente al bar o in piazza, il lessico con il quale Foligno ha affrontato il secondo inconcepibile delitto commesso in città in meno di una settimana tradisce il desiderio di allontanare una questione dolorosa come cosa d’altri, di mettere quello scatolone abbandonato lungo la ferrovia fori dal recinto di un’apparente tranquillità borghese e bigotta. Vorrei dare a tutti una notizia: Olga Dunina era una donna. Nessuna specificazione riguardo alla sua provenienza geografica, al suo lavoro, alla sua età possono distoglierci dall’essenziale. Olga Dunina era una donna che viveva e lavorava nella nostra città, era una concittadina, una di noi. Non possiamo liberarci del peso di responsabilità che sentiamo gravare sulle nostre spalle limitandoci ad osservare a debita distanza, con un certo morboso gusto da serial poliziesco di terz’ordine, la caccia all’uomo che l’aveva sposata e che, con tutta probabilità, l’ha semplicemente ammazzata di botte. Invece di leggere ogni scampolo di articolo cercando i particolari più scabrosi, l’ha uccisa per gelosia? è stato per denaro? e dove sarà fuggito?, dovremmo domandarci se questo è il “maschio” fatto da Dio il sesto giorno della creazione e quale modello di umanità sessuata contribuiamo a costruire con la nostra condotta, le nostre parole, i nostri silenzi. Anche nella Chiesa dovrebbe aprirsi una riflessione. Dovremmo dirci, ad esempio, che il rispetto dell’altro, della sua dignità, della sua integrità, della sua libertà, vengono prima di ogni altra cosa, anche prima del vincolo matrimoniale. Dovremmo interrogarci su una maschilità incapace di gesti affettivi, che ha rinunciato per punto preso a qualsiasi forma di tenerezza e che combatte la propria fragilità col machismo. Dovremmo chiederci se il ricorso alla femminile Maria, alla quale devotamente consacriamo la città, non nasconda, in qualche modo, il rifiuto del maschile di Dio nel quale non riusciamo a vedere ciò di cui abbiamo più bisogno: compassione, affetto, tenerezza. Dovremmo domandarci sei i modelli di maschio e di femmina che promuoviamo o, comunque, avalliamo, non abbiano influenza su chi decide di rifiutare in toto la propria sessualità biologica. Sandita Munteanu e Olda Dunina non sono solo due donne uccise sotto i nostri occhi, nella nostra città. Sono due lame infilzate nella coscienza collettiva. Nessuno dovrebbe considerarsi estraneo alla loro vicenda.

© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI

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