don giovanni zampa

Colloquio con Don Giovanni Zampa

Continuando gli incontri con i direttori degli uffici diocesani, questa volta abbiamo intervistato il giovane direttore dell’ufficio catechistico diocesano, don Giovanni Zampa. Dall’intervista rilasciata emerge la difficoltà di una non sistematica confluenza di intenti fra gli stimoli proposti dall’ufficio, le parrocchie e i laici impegnati nella catechesi. Potrebbe sembrare una resa di fronte alle tante difficoltà incontrate, è invece la rappresentazione della realtà che si trova a vivere la nostra diocesi, realtà che necessita pertanto di avere una nuova forte spinta partecipativa e innovativa, mettendo a frutto le opportunità offerte.

don giovanni zampaLei è ben conosciuto, comunque per i lettori più distratti, ci presenti un suo profilo.
39anni, spellano, sacerdote da 14 anni, licenziato in scienze bibliche, parroco da 8, interista.

Da quando è stato nominato dal Vescovo Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano?
Da poco più di un anno.

Qual è l’ambito delle attività inerenti all’ufficio?
Oltre alla scuola interdiocesana di Teologia, le persone che lavorano a livello diocesano nell’ufficio catechistico si preoccupano principalmente di offrire luoghi e occasioni di formazione cristiana, il catecumenato e la cresima degli adulti, l’iniziazione cristiana dei ragazzi, gli eventi diocesani.

Quali sono state le difficoltà incontrate nell’avviare e svolgere il suo ruolo?
La difficoltà maggiore è il grande senso di impotenza e di stanchezza che si riscontra nel dare il necessario spazio alla formazione catechetica. Assistiamo, poi, ad una sempre maggiore “mortalità” di operatori della catechesi (animatori, educatori, capi-scout, catechisti): finito un ciclo, molti si ritirano.

Molto spesso ciò è dovuto a cambiamenti di vita familiare, ad impegni lavorativi, non a cattiva volontà; comunque in quale settore c’è maggior necessità d’intervento?
Fondamentalmente tutta l’evangelizzazione ha bisogno di un energico investimento di persone e di mezzi. Al momento, però, l’emergenza più evidente e la raccomandazione più pressante è la famiglia, intesa come SOGGETTO di evangelizzazione e non semplicemente OGGETTO di cura pastorale.

Quanti collaboratori l’aiutano ad assolvere questo difficile ed impegnativo compito?
Teoricamente tutti i catechisti della diocesi dovrebbero approfittare dei servizi e degli strumenti offerti dall’ufficio: se pensiamo che in diocesi (parrocchie, associazioni e movimenti) sono circa 400 i laici impegnati nell’evangelizzazione (catechisti, animatori, educatori, capi), le potenzialità sarebbero infinite. Con Patrizia Mosconi, con l’Equipe per il catecumenato degli adulti, e il settore scuola, obiettivo di questi anni è proprio costituire un qualificato, efficiente ed efficace ufficio catechistico. Siamo soprattutto in attesa delle indicazioni del Vescovo: sembrerebbe che al termine della Visita Pastorale sia necessaria una revisione generale di tutti gli uffici diocesani.

Le parrocchie ed i singoli catechisti come rispondono alle iniziative preparate e proposte dall’ufficio?
Questa è la vera criticità: le parrocchie e i catechisti accedono raramente agli spazi e alle iniziative proposte. Rispondono soprattutto per i classici momenti diocesani, e i catechisti coinvolti sono quasi esclusivamente quelli impegnati per la cresima. Questo è lo specchio di una catechesi filo-sacramentale ancora troppo diffusa a tutti i livelli, dalla famiglia al clero. Inoltre, mentre c’è molta aspirazione per il servizio all’altare, e si pone molta attenzione alla formazione e alla scelta dei laici coinvolti nei ministeri liturgici, nella catechesi si assiste ad un arruolamento quasi occasionale: ciò provoca un livello troppo basso di evangelizzazione e la quasi assoluta mancanza di pretese formative.

Quali interscambi e sinergie l’ufficio catechistico ha con gli altri uffici diocesani?
Essendo un ufficio essenziale e trasversale a tutte le età, spesso collabora con tutti gli altri uffici e iniziative diocesane. Dobbiamo riconoscere, però, che il contributo fattivo è ancora estremamente limitato.

© Gazzetta di Foligno – NICOLINA RICCI

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