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Fede cristiana e pietà popolare

Nell’anno della fede per la ricorrenza del 50° del Vaticano II, i Festeggiamenti per la Madonna del Pianto sono un’occasione propizia per riflettere sui rapporti tra fede cristiana e pietà popolare. L’argomento, già dibattuto in Umbria agli inizi degli anni ’80, fu oggetto di attenta riflessione nel Sinodo della Chiesa di Foligno (1986-91), che si giovò anche di una rigorosa indagine sociologica sulla religiosità della popolazione della diocesi. Certo, non è facile dire oggi quanta fede ci sia in Umbria e a Foligno. Non è facile sapere se i gesti di devozione siano espressione di una fede cristiana convinta o semplicemente di un diffuso sentimento religioso. Forse c’è l’una e l’altro, ma non è semplice precisarne le caratteristiche e i contorni. Non tutte le espressioni della religiosità popolare o della nuova ricerca del sacro sono autentica apertura a Dio, accettazione del messaggio evangelico, esperienza cristiana vissuta ecclesialmente. Tuttavia ci sono, anche in questa società secolarizzata. E rappresentano una sfida ed una chance per la Chiesa di oggi. Dopo tutto, la riorganizzazione del culto dopo il Concilio di Trento – che ha accentuato e privilegiato quegli atteggiamenti contestati dai protestanti – ha prodotto una storia di lunga durata, profondamente sedimentata nel tessuto spirituale e culturale dell’Umbria contadina, i cui tratti sono facilmente riconoscibili: venerazione di Maria, dei santi e delle reliquie, novene, pellegrinaggi e santuari; certe feste dei santi celebrate con maggior rilievo di quelle di Cristo e l’intercessione dei santi quasi mediatori naturali tra Dio e gli uomini; Messe a propiziazione dei defunti, pratiche indulgenziate. La formazione di molti di noi, adulti-anziani, ha ancora risentito almeno in parte di questo contesto, ma con il Concilio e il rinnovamento della catechesi e della liturgia si sono aperti altri orizzonti, che hanno impegnato la Chiesa verso una nuova evangelizzazione. Anche a Foligno ci si è chiesti come fare per non cedere alle nostalgie delle forme esteriori di certa religiosità, sebbene ancora diffuse o richieste, e come operare, invece, per assumere ed elevare la pietà popolare – “vero tesoro del popolo di Dio”, direbbe il Vescovo Gualtiero – ad una più matura esperienza di fede, partendo proprio dal desiderio di Dio e da quei valori religiosi e umani che quella pietà lascia trasparire. Certo, in un tempo di “religione fai da te”, di un Dio generico e quasi integrato con tutti gli stili di vita, senza che emerga più di tanto lo scandalo della croce, non ci si può non interrogare su quanto sia difficoltoso il passaggio dalla religiosità devozionale – tradizionale o di ritorno che sia – alla fede cristiana ecclesiale. La crisi di fede c’è. Forse c’è anche una tradizione religiosa non sempre omogenea con la Chiesa del Concilio. Rievangelizzare il senso religioso è il nuovo impegno che l’apertura solenne dell’Anno Mariano affida in questi giorni a tutta la Chiesa di Foligno. Maria, che il Concilio ci presenta come la pellegrina della fede che anticipa il nostro cammino verso Gesù, ci dà l’esempio e la meta: “Fate tutto quello che Egli vi dirà”.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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