Sogni di speranza: per un “futuro bello di sicuro”!
Pierangelo Comi cantore della speranza all’ITT “Leonardo da Vinci”
Quelli che come me si occupano di canto sacro avranno sicuramente animato le liturgie con il cantico “Mia forza e mio canto”, oppure “La strada appianata”, Parola messa in musica da Pierangelo Comi, umbro di adozione, da quando nel ‘69 arrivò nella comunità dei Piccoli Fratelli a Spello. Dall’esigenza di un contatto diretto con la Parola biblica che si traducesse in lettura, comprensione e canto, si consolidò il suo impegno di musicare brani integrali tratti soprattutto dal Vecchio Testamento.
Sabato scorso Pierangelo è intervenuto all’Istituto Tecnico Tecnologico “Leonardo da Vinci” per incontrare gli studenti delle classi terze, invitato dal prof. C. Felice e dalla Presidente del Consiglio di Istituto, dott.ssa M. A. Ruggeri.
L’incontro è quanto mai propizio per i nostri giovani, ai quali non deve essere tolta la speranza, nonostante la grave crisi del nostro paese, che è non solo economica, ma soprattutto morale. Traducendo le parole di Isaia, “profeta della speranza”, in un linguaggio attuale che parla di ecologia, economia e politica, il cantautore ha ideato un recital in otto sogni, poiché essi “sono parte fondamentale della nostra vita”, ci portano oltre la realtà, permettendo addirittura “di guardarla dall’alto” per poterla discernere. Ogni sogno esprime un’aspirazione sulla nostra attualità e diventa canto, eseguito da Pierangelo davanti agli alunni che l’hanno applaudito, interpellati e coinvolti dal prof. Felice e dagli interventi della dott.ssa Ruggeri. La posta in gioco è il futuro dei nostri giovani, un futuro alternativo, dove si possa conciliare il male con il bene, imparare dalle differenze, e dove regni la giustizia. Non frasi fatte, ma speranza offerta ai giovani, che si sono interrogati rivelando insicurezze ed amarezze.
“Siamo assuefatti”, dice Leonardo, “il male e il bene sono sempre esistiti”. “Ogni realtà ha il suo opposto”, replica Andrea, “dipende dalla scelta dell’uomo”! Lucian sottolinea l’importanza dell’educazione in famiglia all’apertura verso l’altro.
Rivelano anche il timore della sconfitta nel confrontarsi. Eppure Leonardo insiste: “Bisogna pensare a se stessi, ragionare con la propria testa”. È proprio questa la chiave del problema: agire, impegnarsi, saper decidere, ma questo insieme, perché “… Dio con l’uomo completerà la sua creazione”. Affinché il mondo diventi “un banchetto di cibi, bevande e speranze”, é necessaria la condivisione e “sarà bello e gioioso vivere insieme in modo armonioso e naturale”, insieme appunto, e nel rispetto della “nostra sorella madre Terra”. Ai dubbi degli alunni di essere un piccolo gruppo, il prof. Felice risponde con la figura rivoluzionaria di S. Francesco, che insegna a cambiare prima se stessi per cambiare il mondo. “Basta volerlo, ma tutti insieme è difficile” sostiene Pierpaolo e Simone conferma: “Il furbo esiste”. Eppure i nostri giovani hanno già in sé la risposta. Simone crede che “la felicità dell’uomo non dipende dal denaro”. La condivisione deve essere il metro dell’economia, in politica bisognerà diventare “ministro per l’altro”, imparare dai costruttori di pace che “avanzano all’orizzonte”, i volontari delle associazioni umanitarie e religiose, che spendono la vita per la pace e la giustizia e “gettano ponti” tra le popolazioni. Non il denaro manda avanti il mondo, ma quotidiani atti di altruismo, di umanità e di amicizia, che non trovano posto sui giornali. Imparando da loro, “coltivando e custodendo il giardino fiorito”, fiorirà la pace. SHALOM è il saluto di Pierangelo, con l’invito ad essere tutte quelle gocce che formeranno il mare del futuro.
© Gazzetta di Foligno – BRUNELLA TROMBETTONI