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La parola ad Anna Ascani, giovane deputato PD alla Camera

Dopo lo scandalo “MPS” e la sconfitta politica (come definita dallo stesso Bersani) delle ultime elezioni, il PD, da maggior partito del Paese, si ritrova ora con l’urgente necessità di dover riconquistare gli elettori storici passati alla novità M5S nonché ad acquisire nuova credibilità. Come crede che la scelta bersaniana a discapito del “rottamatore” Renzi possa riuscire in questa azione e come crede di inserirsi, osservando altresì il forte desiderio di rinnovamento che sembra pervadere il cuore di molti, se non di tutti, in più di un ambiente?
anna ascaniIl PD ha la responsabilità di non aver saputo comunicare lo sforzo di rinnovamento che aveva compiuto: abbiamo 260 nuovi parlamentari, il 40% donne, moltissimi giovani. Siamo l’unica forza politica ad avere scelto con le primarie i propri parlamentari. Tuttavia i nostri elettori si aspettavano maggiore radicalità nelle scelte. Oggi abbiamo l’occasione di far emergere la nostra capacità di rinnovare: la scelta di Boldrini e Grasso, così come le loro parole, sono state in questo senso un segnale molto chiaro. Abbiamo dunque tracciato una road map che deve guidare tutte le future scelte del PD, ad ogni livello. In questo momento abbiamo la responsabilità di dare un governo al paese, che riesca a rendere concrete le nostre proposte sul lavoro, sulla legalità, sulla dignità della politica. Per questo abbiamo deciso di sostenere pienamente il lavoro di Bersani e i suoi “otto punti per l’Italia”: vogliamo che ad accompagnarci in questo percorso siano persone di grande competenza, segno di rinnovamento, capaci di rappresentare la parte buona del paese e della politica.

Verrà meno prima o poi la cultura dell’appartenenza e quindi anche il parassitismo nella politica e nel settore pubblico, a partire dall’immoralità degli stra-guadagni (non solo in politica)? Lei ha dichiarato che devolverà gran parte del suo compenso alle Onlus Umbre, questo certamente le fa onore…pensa che avrà molti seguaci tra i suoi colleghi?
Credo che sia ormai in corso un processo di rinnovamento non più invertibile: per restituire dignità alla politica, bisogna saper dare segnali forti. Le parole di Grasso e Boldrini sugli emolumenti propri e degli altri parlamentari vanno nella giusta direzione. Da tempo avevo annunciato che avrei rinunciato a gran parte del compenso per dare una mano a chi si spende al servizio degli ultimi nella nostra Regione, un segnale che mi sentivo di dare, senza che questo debba significare volontà di far rumore. Il sogno della vita è per me quello di insegnare filosofia nei licei. Il mio impegno politico, bellissimo ed entusiasmante, è a tempo determinato e serve a dare il contributo che posso ad un paese che vive una crisi gravissima e, in particolare, ad una generazione, la mia, che paga il prezzo più alto.

Seguirà solo la linea dei leader del suo partito oppure si lascerà andare alle sue intime convinzioni, se non perfettamente coincidenti?
Vivere in un partito non sempre è semplice: spesso ci si trova a confrontarsi con prospettive e punti di vista diversi dal proprio. Credo tuttavia che la dimensione del partito, come organo capace di formare classe dirigente e di fare sintesi, vada recuperata. Non ho mai rinunciato ad esprimere la mia opinione e credo che questo sia stato riconosciuto dai tanti che hanno sostenuto la mia candidatura e che mi hanno consentito, col loro voto, di poter fare questa bellissima esperienza. Sono consapevole però che in un partito c’è bisogno di fare squadra e di muoversi insieme. Perché questo non è il tempo dell’uomo solo al comando: solo insieme si esce dalla crisi, anche dalla crisi della politica.

Cosa pensa della scelta del nuovo Pontefice, Francesco?
Martedì 19 ho avuto l’onore di far parte della delegazione dei parlamentari italiani per la messa di insediamento di Papa Francesco: un’emozione grandissima. La folla di Piazza S. Pietro sembrava essere consapevole della grande ventata di novità rappresentata da una figura capace di dialogare con tutti, di mettersi in ascolto, di essere autenticamente pastore. Il vero potere è servizio, come ci ha detto il Papa, e anche noi, che siamo impegnati nelle istituzioni, dobbiamo far nostra questa convinzione, insieme alla pratica dell’umiltà, alla sobrietà e all’attenzione per gli ultimi.

© Gazzetta di Foligno – FRANCESCA FELICETTI

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