I problemi si vedono, i politici no
Voce che parla nel deserto. Questa immagine ci è venuta in mente l’altra settimana, ascoltando le parole del Sindaco Nando Mismetti alla Conferenza programmatica sul futuro della città. Dopo aver appoggiato la scorsa estate l’annuncio dell’iniziativa, ed averla sollecitata quando sembrava non arrivare mai, da queste colonne abbiamo commentato il documento preparatorio, senza risparmiare diversi rilievi critici. Abbiamo anche invitato le opposizioni – dopo l’appello di Stefania Filipponi alla diserzione – a non scappare dalle proprie responsabilità di un serio confronto negli stati generali convocati dal Sindaco. Per questo, dopo la cronaca e il commento dell’evento, sentiamo il bisogno di qualche riflessione ulteriore, perché a Foligno i problemi sono tanti, ma la politica locale appare ancora lenta ad affrontarli, distratta e troppo spesso assente. Ci piacerebbe essere smentiti, ma in questi quattro anni di legislatura il problema delle assenze – parliamo dei consiglieri comunali e di quanti hanno in città importanti ruoli pubblici – è sotto gli occhi di tutti. Sabato scorso, se non ci fossero stati gli studenti a dare man forte, la sala rossa di Palazzo Trinci avrebbe dato un senso di vuoto e di declino. Ci saremmo aspettati di vedere almeno tutti gli assessori, ma così non è stato. Vistosa è apparsa l’assenza dei consiglieri comunali: neanche un terzo si è fatto vedere e solo alcuni hanno avuto la bontà di rimanere per l’intera durata dei lavori. Se quelli di minoranza hanno partecipato in pochi, perché avevano già tacciato l’iniziativa del Sindaco come inutile – e perché mai? – passerella degli amministratori e dei soliti volti ad essi allineati, quelli di maggioranza, intervenendo in pochissimi, non hanno dato una gran prova di responsabilità politica e amministrativa. E poi ci si meraviglia che il movimento di Grillo sia diventato a Foligno il primo partito? E come potrebbe essere altrimenti, se – tra i consigli comunali andati deserti o risultati inconcludenti e gli stati generali della città ora boicottati persino dai politici – l’antipatia o il rifiuto della politica nascono addirittura dentro le sedi istituzionali della politica stessa? E un ceto politico dirigente che si chiude e non si confronta, come potrà coinvolgere la società civile su obiettivi concreti e sostenibili per il bene della città, oggi alle prese con sfide non facili da fronteggiare? Il Sindaco giustamente ha tenuto a precisare che la Conferenza e il suo documento erano solo il primo passo per avviare un confronto più fruttuoso sui cambiamenti della città, ma se non si parte da un rinnovamento radicale della qualità delle forze politiche in campo e dei comportamenti di quanti le rappresentano, la sfida potrebbe essere già persa in partenza. A Foligno abbiamo davanti un anno per recuperare un senso più alto dell’impegno politico. C’è da voltare diverse pagine. Intanto, il quadro nazionale insegna che i cambiamenti ineludibili, o riesce a farli la politica, o finirà con imporli la rabbia degli elettori. Attenzione però, perché il risentimento può servire a coagulare il dissenso, non certo a costruire il futuro.
© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI