M5S primo partito a Foligno
Con 9.409 voti il Movimento 5 Stelle è il primo partito anche a Foligno. È indubbiamente questo il dato più rilevante delle elezioni politiche 2013 per la nostra città. Se infatti in Umbria il PD conserva una contenuta maggioranza relativa (4-5 punti percentuali), nella città bagnata -almeno in questa stagione- dal Topino è già avvenuto il sorpasso. Il voto alle elezioni politiche è determinato in larga parte da fatti nazionali, ma il crollo che ha avuto il partito che governa la città ininterrottamente dal dopoguerra a oggi richiede probabilmente anche un’analisi locale. Mi pare che a Foligno come nel resto del paese la politica abbia, senza rendersene pienamente conto, superato il punto di rottura. La gente non ne può più dei privilegi, dei nepotismi, degli apparati, degli enti che sperperano denaro pubblico, dei reati contro il bene comune per i quali non vengono nemmeno celebrati i processi! In ogni luogo d’Italia ci sono zuccherifici demoliti sull’altare del profitto, mattatoi falliti, società partecipate gestite da mummie della politica, scandali rimasti nei cassetti della magistratura!
Ha ragione di lamentarsi su Facebook Elisabetta Piccolotti nel sentirsi accomunata ai politici che hanno saccheggiato l’Italia negli ultimi 20 anni. “Che c’entro io”, dice, “ho 30 anni, non ho mai rubato niente a nessuno e ho chiesto l’introduzione del reddito minimo garantito e la rifiuti zero 10 anni prima di lui (Grillo ndr)”. Il nostro assessore, non sappiamo ancora se onorevole, deve però capire che la verginità politica non è un fatto anagrafico né una dote personale. PD e SEL sono un tutt’uno in quella rappresentazione collettiva della politica nella quale non c’è distinzione tra destra e sinistra, tra atei e cattolici, tra omo ed eterosessuali, tanto “tutti rubano nella stessa maniera”. Populismo? Una buona dose, certamente. Un nuovo Berlusconi si affaccia all’orizzonte della scena politica italiana? C’è anche questa possibilità. Ma a chi dobbiamo attribuirne la responsabilità? Agli elettori che gridano il desiderio di cambiamento o ai partiti preoccupati solamente di conservare potere e privilegi e incapaci di una vera “conversione” (figuriamoci di liquidare le lise nomenclature)?
A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
Questo frammento del capitolo 7 del Vangelo di Luca nel quale il Signore rimprovera la durezza di comprendonio del Popolo d’Israele, mi pare possa essere applicato per analogia anche all’attuale classe politica. Nessuno degli sconfitti (tutti i partiti “tradizionali”) può dire di non essere stato avvertito!
Sono anch’io preoccupato per l’Italia, ma non me la sento di addossare la responsabilità della criticità di questo momento ai novemilaquattrocentonove concittadini che hanno messo la loro croce sul simbolo del Movimento Cinque Stelle, né ai novemilaquarantanove che hanno deciso di non votare. Credo che dobbiamo guardare ora come non mai con speranza al futuro. Nella politica incapace di cambiare si è aperto un varco.
Chissà che gli abitanti di Ninive non decidano di vestire il sacco, coprirsi il capo di cenere e fare penitenza. Forse la sciagura annunciata sarà loro risparmiata.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI