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Foligno sotto le luci e i riflettori

La città è tutta accesa. Luminarie, musica e colori ravvivano il centro storico e annunciano per il Natale giorni di festa particolarmente intensi. Comune e associazioni di categoria ce l’hanno messa tutta per dare Foligno ai folignati e renderli davvero “innamorati del centro”, attraverso un cartellone ricco di offerte e di iniziative. Laboratori museali per i più piccoli al Palazzo Trinci e ufficio postale di Babbo Natale in piazzetta Piermarini, con folletti e racconti di favole. Per i grandi, concerto di Natale e gospel, fiera di antiquariato, giullari e mercatini nelle vie del centro, galleria d’arte dentro “Le scale” di Porta Romana. E soprattutto, negozi aperti. I commercianti lanciano la sfida ai grandi supermercati: intrattenere, attirare, rendere piacevoli le vie dei negozi riempiendole di voci, di musica e di creatività, dando pure la possibilità di passeggiare e di incontrarsi. Anche l’immagine conta. E Foligno ne ha bisogno. Ritornare al centro significa superare quel senso – sbagliato, certo, ma che comunque si prova – di mancanza e di abbandono che pare emergere da alcune zone; significa riportare dentro le mura voci e suoni, intrecci di interessi e relazioni umane. Ben vengano dunque tutte le iniziative che incentivano il rientro in città e rendono più bella Foligno, come in questi giorni.

C’è però un’altra immagine della città che da qualche mese i riflettori dei media stanno mostrando. È la Foligno sotto inchiesta: una immagine, questa, non di luce ma di crepuscolo, un’arroganza del potere che ha suscitato prima incredulità e poi indignazione sempre più diffusa tra i cittadini. È sconcertante rileggere le intercettazioni telefoniche, soprattutto per la sicumera degli interlocutori che lasciano intendere una collaudata pratica di abusi e di favoritismi. Sorprende che un motivo del contendere non fosse il progetto politico del partito, quanto le correnti alle primarie. Qualcuno ora dice che è in atto un attacco contro Foligno, i suoi meriti e le sue fortune, addirittura contro la storia passata della sua buona amministrazione. Tutto è possibile, ma bisognerebbe indicare, almeno, nome e indirizzo di simili attentatori. Qualcun altro dice che è il momento di fare quadrato attorno alla città e alla sua immagine. E su questo non si può non essere d’accordo. Ma, se non leggiamo male la situazione politica presente, il momento è confuso e fragile: la maggioranza che amministra la città non è coesa e manifesta crepe – prova ne è stata il confronto dei capigruppo promosso dalla nostra Gazzetta – e tra le opposizioni non manca chi vorrebbe soccorrere in qualche modo la giunta attuale, suscitando però preoccupazioni di vario genere a sinistra e a destra. La città non può sopportare a lungo un clima di incertezza e di instabilità. Chi ha avuto il mandato dai cittadini deve riprendere in mano il progetto di bene comune che ha pensato per la città e realizzarlo il più possibile e per il tempo che gli sarà possibile. Il programma si può sempre rivedere, ma la maggioranza deve essere capace di rilanciarlo insieme. Altrimenti, meglio voltare pagina.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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