I folignati? generosi ma…
Quali sono le sue principali preoccupazioni come sindaco di Foligno?
Sicuramente quelle del lavoro e del disagio sociale. Nel nostro contesto, dove prevalgono piccole e medie imprese, non c’è differenza tra imprenditore e lavoratore: la preoccupazione è comune ed è fondata su elementi reali. Ma su questo campo l’amministrazione ha armi spuntate, possiamo solo ascoltare le persone, seguirle in alcuni percorsi…
Quali sono le difficoltà che incontra un amministratore nel rapporto con i cittadini?
Trovo che le persone siano mature e comprendano le questioni quando vengono spiegate. Per esempio, quando spiego ai cittadini che il bilancio è quello è e che dobbiamo fare una scelta, o le manutenzioni o i servizi, e che noi abbiamo scelto di mantenere i servizi, allora la gente capisce.
Come si fa a interessare i giovani alla politica?
Gli stili e i ritmi della politica non sono allettanti per i giovani. Sicuramente le istituzioni devono trovare un modo diverso di rapportarsi, ma dobbiamo anche leggere la questione della partecipazione dei giovani in modo più ampio. La nostra città ha un tessuto associativo molto ricco in campo artistico, culturale, sportivo, è una caratteristica che fa invidia alle città limitrofe.
Negli ultimi anni il Consiglio Comunale ha evidenziato serie difficoltà di funzionamento. Da che cosa dipendono? Come si superano?
La riforma Bassanini ha espropriato i Consigli Comunali di funzioni e competenze. I consiglieri si avvicinano con entusiasmo all’esperienza, ma poi si scoraggiano perché le funzioni del Consiglio sono praticamente ridotte alla ratifica degli atti della Giunta. Bisognerebbe che il Consiglio recuperasse il suoruolo di indirizzo generale.
Ha indetto una conferenza programmatica a un anno dal termine del suo mandato. Come mai? Ha intenzione di ricandidarsi?
Era un appuntamento che il Consiglio Comunale aveva sollecitato. Per tante ragioni non è stato possibile farlo prima. Voglio subito chiarire che questa iniziativa non ha niente a che fare con le elezioni del 2014! Non c’è alcun interesse personale. Invito tutti a pensare che quella elettorale è un’altra partita, dobbiamo ripensare il futuro della città in uno scenario di crisi sistemica: questo dovrebbe essere lo spirito della partecipazione.
Quindi non si ricandiderà?
La mia disponibilità rimane… i ruoli li decideremo insieme al momento opportuno.
Torniamo alla conferenza. Che cosa possono fare i cittadini e i gruppi sociali organizzati?
Come si svolgerà? Quali possibilità ci saranno di intervenire? Chi esaminerà i risultati?
Io mi aspetto che i cittadini contribuiscano. Il documento presentato è l’inizio del percorso. Il risultato sarà definito con il contributo di quelli che vorranno intervenire e le cui indicazioni verranno ritenute utili. Ho voluto fare un documento snello, ho preferito così, consapevole che sarebbe stato un documento incompleto. Ma se avessi scritto cento pagine non le avrebbe lette nessuno!
Vi anticipo che la conferenza sarà aperta dalla dottoressa Catia Bastioli sul tema “Territorio e Innovazione”, poi io presenterò il mio documento e si aprirà un dibattito. Proporrò questo metodo di lavoro: sceglieremo 3-4 temi che saranno approfonditi negli appuntamenti successivi.
Nel documento che lancia la conferenza si dà grande spazio ai problemi ambientali e allo sviluppo sostenibile, ma non si dice nulla sull’arresto del processo di cementificazione.
Uno dei temi fondamentali è proprio quello della qualità ambientale e uno dei paletti sarà proprio quello dei volumi zero.
Sul costruito o sull’edificabile secondo il piano regolatore?
Per quanto riguarda le previsioni del piano ci sono questioni di diritti acquisiti. Ma con il piano in vigore è stato definito il confine di espansione e sono state ricucite le smagliature nel tessuto urbano prodotte nei decenni precedenti.
Nel documento che lancia la conferenza viene data grande enfasi al parco scientifico e tecnologico.
L’idea nasce da un percorso che ormai dura da anni legato alla diffusione della cultura scientifica. Non è un caso che si tenga a Foligno un’iniziativa come la Festa della Scienza con la presenza di scienziati di fama internazionale. Pensiamo che la diffusione della conoscenza sia essenziale per definire il futuro della città.
Quanto costerà e da dove verranno i soldi?
Gli scienziati che stanno lavorando all’idea valutano che il progetto richieda almeno 6-7000 metri quadrati, per cui l’idea iniziale della distilleria dello Zuccherificio dovrà essere rivalutata. Costerà circa 7-8 milioni di Euro. Presto individueremo il comitato promotore nel quale coinvolgeremo anche la regione e i fondi proverranno da finanziamenti della Comunità Europea.
Il documento individua due nuove strutture da costituire, una per la gestione dei bandi e una per la gestione della cultura. Come le immagina? Dobbiamo aspettarci altre “Foligno Nuova” o “FILS”?
Con le risorse dirette e i trasferimenti i comuni non sono in grado di portare avanti alcun progetto. C’è una sola possibilità: quella di accedere a bandi europei. Per far questo occorre dedicarvi professionalità, non si può più improvvisare. Il comune ha al suo interno professionalità che potrebbero essere formate per svolgere questa attività, ma la struttura sarebbe aperta a collaborazioni esterne.
E per la cultura? Siamo pronti per una fondazione che gestisca l’intero patrimonio museale (anche quello diocesano)?
La nostra città in questi ultimi anni ha recuperato una sua identità culturale con interventi che hanno restituito spazi che le precedenti generazioni non avevano conosciuto. Oggi abbiamo una rete di strutture ricchissima. Il comune non può essere più l’unico interlocutore, bisogna aggregare le tante risorse che lavorano nel campo.
Ma lo strumento concreto?
Chiamiamola fondazione, associazione, come ci pare… Una struttura dove Comune e associazioni governano assieme questa grande ricchezza.
In questi ultimi anni le questioni di VUS, FILS, Mattatoio hanno costituito probabilmente il più grande fardello di preoccupazioni per l’amministrazione e i cittadini. Che cosa c’è che non funziona nei meccanismi? Che cosa occorre cambiare?
Nel documento c’è una valutazione molto precisa. Il nuovo ruolo del pubblico. Per me, in questa fase di cambiamenti, il pubblico deve salvaguardare i diritti dei cittadini ma ritirarsi da tutto quello che non è servizio essenziale. Deve definire gli standard e organizzarsi per il controllo. Questo non significa che il pubblico sparisca, ma deve comprendere il suo limite.
La recente chiusura della discarica di S. Orsola e la lentezza con cui sta procedendo la raccolta differenziata stanno determinando costi extra per la VUS. A questi vanno aggiunti i soldi che la società dovrà restituire all’Agenzia delle Dogane (5 milioni). Rischia di aprirsi un baratro…
Per quanto riguarda quest’ultima questione la VUS ha adottato lo stesso comportamento che hanno tenuto tutti i cittadini. La questione riguarda quella parte di sospensione d’imposta del periodo terremoto che per legge non doveva essere restituita. Sembra strano che per la VUS si dia un’interpretazione diversa. Per quanto riguarda la questione discarica bisogna riconoscere che il piano regionale dei rifiuti è superato nei fatti. Esso si reggeva su tre colonne: meno discariche, più raccolta differenziata e termovalorizzatore. Ma delle tre cose si sono solo eliminate le discariche! La raccolta differenziata va a rilento perché, anche se si dice che porta un risparmio, all’inizio richiede un investimento di mezzi e operatori. Bisogna rivedere il piano.
È molto probabile che la prossima legislatura veda un membro della sua attuale Giunta tra i banchi di Montecitorio. Un suo commento.
Intanto glielo auguro. L’assessore Piccolotti ha dimostrato competenze e qualità e questa è un’opportunità che si è guadagnata sul campo. Dalla sua elezione potrebbe ricavarne beneficio anche il nostro territorio. Comunque se venisse eletta, pur non essendoci incompatibilià, è evidente che lascerebbe l’assessorato.
Come sono i folignati? Com’è la gente di questa nostra città?
I folignati sono sicuramente molto generosi, hanno un carattere aperto, disponibile. Ma sono… lamentosi e si curano di quello che avviene davanti a casa propria, ma non una strada più in là. Bisognerebbe che facessero un salto per comprendere che la città è di tutti, non del sindaco e degli amministratori.
Perché ai folignati non piace andare in bicicletta e usare i mezzi pubblici?
Siamo cittadini cresciuti dentro la cultura dell’auto, che è anche simbolo di un modello di società e di sviluppo, bisognerebbe riuscire ad andare oltre.
Per cambiare questa cultura servono misure drastiche (divieti, chiusure) o il potenziamento delle infrastrutture (ad esempio delle piste ciclabili)?
Certamente entrambe le cose. Il potenziamento dei percorsi ciclabili o altre iniziative per incentivare la mobilità alternativa (come quella dei “piedibus” che stiamo portando avanti in alcune scuole elementari) possono essere utili. In alcuni casi, e qui faccio anche autocritica, ci sarebbe stato bisogno di maggior coraggio in alcuni provvedimenti.
Quale città sogna per i suoi nipoti…
Al di là delle priorità sul lavoro di cui abbiamo parlato, a me Foligno piace… mi piacerebbe vederla più pulita e che tutti partecipassero al mantenimento del suo decoro.
© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI