natale 2012

La dimensione del dono

natale 2012Conversazione in una classe della terza elementare.
Un bambino: “Babbo Natale non esiste, me l’ha detto mio padre, i regali ai bambini li comperano i genitori”.
Una bambina: “Babbo Natale esiste, però non riesce ad andare in tutte le case, per questo si fa aiutare dai genitori…”.
Un altro bambino: “Certo che esiste, io gli ho scritto una letterina e gli ho chiesto di portarmi Monsuno Bandolier Core, un pallone da calcio, le scarpette a dodici e Jetpack Joyride per la PS3”.
Il primo bambino: “Anche se Babbo Natale esiste, non puoi chiedergli tutte quelle cose, c’è la crisi! Noi bambini possiamo chiedere solo una cosa piccola”.
Quando mia moglie mi ha riferito di questa conversazione, le parole “solo una cosa piccola” sono risuonate in me come una profezia. Forse la bestia feroce che ha attanagliato di ansie questo tempo di attesa non è solo sciagura. È fonte di ripensamento, via di conversione. Forse è arrivato quel tempo descritto dal profeta Gioele, nel quale gli anziani faranno sogni e i giovani avranno visioni…
Il chicco di grano, il granello di senapa, un bambino nato in una grotta… solo una cosa piccola.
A Marta, che si agitava in casa per la presenza del Maestro e rimproverava la sorella Maria che se ne stava seduta ai piedi del Signore in adorante ascolto, Gesù dice che “di una sola cosa c’è bisogno” (Lc 10,42). Si presenta così il dono di Dio. Una cosa sola, una cosa piccola, una cosa che si riceve ascoltando e non si coglie nell’agitazione delle faccende e delle preoccupazioni.
Di una cosa sola c’è bisogno, ma la nostra vita pare a volte una rincorsa all’accumulo del superfluo. Anche il nostro amore, incapace di manifestarsi nella dimensione dell’ascolto, cerca vie d’espressione in surrogati materiali che riempiono solo lo spazio intorno. Ma di una cosa sola c’è bisogno, ed è una cosa piccola.
Il momento di difficoltà che vivono tante famiglie non è una sciagura piovuta dal cielo, ma la conseguenza di una perdita d’orientamento. Davanti alla crisi possiamo maledire il mondo, trasmettere la nostra insicurezza alle nuove generazioni o riposizionarci sull’essenziale (solo una cosa piccola) e cogliere le necessità degli altri come occasione di bene per noi.
Le statistiche preoccupate degli economisti dicono che quest’anno spenderemo il 3% in meno per banchetti e regali. Ma la misura del Natale non sarà data da quanto in più o in meno ci riuscirà di spendere, piuttosto da quanto saremo capaci di privarci per accogliere l’unica vera ricchezza, che è una cosa piccola.

© Gazzetta di Foligno – VILLELMO BARTOLINI

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