Settimana Politica 2012-42
Tempi duri per le società partecipate
Per UMBRIA MOBILITÁ, la Regione varia il bilancio 2012 per trasferire più di 5 milioni all’azienda unica dei trasporti, che si trova senza liquidità per pagare gli stipendi. Ma quello che preoccupa sono i 30 milioni di pagamenti da fare, i 65 milioni di crediti non riscossi per servizi resi a Roma e nel Lazio, i 10 milioni di dividendi non distribuiti ai soci. Dividendi che stridono con gli attuali equilibri dei conti messi male. Così come inducono a riflettere gli elevati importi che percepiscono gli amministratori di UM, mentre ai dipendenti si richiedono sacrifici con emolumenti versati a singhiozzo. La VUS in questo periodo ha avuto problemi con la nomina del presidente, con la rottura e la contaminazione dell’acqua con batteri fecali a Spoleto. La FILS (come la VUS stessa) è nel mirino dell’Ispettorato del lavoro per distaccamenti di personale non proprio trasparenti. Le società partecipate, di cui il Comune si serve, sono utili e nello stesso tempo difficili da gestire senza incorrere in inciampi legali. E gli stessi risultati economici non sono proprio soddisfacenti. La VUS, oggi prima azienda pubblica del territorio, non guadagna più come una volta, perché i margini del settore gas si sono ristretti a causa soprattutto della concorrenza, come quella di altre società pubbliche quali ENI ed ENEL. Nel settore idrico, dove i conti sono in perdita o, benché si vada in pareggio, incide una gestione troppo frammentata, servirebbe un nuovo acquedotto o una riparazione generalizzata per evitare perdite, problema, questo, diffuso anche nelle altre società municipalizzate della Regione, tanto da suggerire l’attivazione di un sistema unico per gestire la rete che porta acqua nelle abitazioni. La gestione rifiuti è un altro rompicapo della VUS. Esaurita la discarica di Sant’Orsola, dobbiamo servirci di altri terreni con costi maggiori e con bollette già care che lieviteranno. In casa FILS, nata per stabilizzare precari assunti (senza concorso) dal Comune durante il terremoto e per mantenere all’ente una “squadra operai” altrimenti falcidiata dai pensionamenti e dall’impossibilità ad assumere, ci sono molte criticità da affrontare, come il debito enorme e quindi la necessità di diminuirlo con commesse continue da parte del Comune stesso. Ma questi lavori assegnati alla partecipata delle manutenzioni sono svolti spesso a prezzi più alti del dovuto o della normale concorrenza. Oggi poi con il riassorbimento di 12 operai e impiegati in FILS da VUS e Comune, richiesto dalla Direzione territoriale del lavoro, si fermano due contratti di servizio che valgono per la prima 380.000 euro. Se si pensa che il bilancio della FILS a malapena produce un risicato utile, si dovrà subito correre ai ripari, altrimenti il futuro della partecipata è quantomeno incerto. In definitiva, questo sistema di governo del pubblico, che si serve di società di scopo e non dei propri dipendenti, troppo limitati comunque per la mole di lavori che esso commissiona, viene messo in discussione dagli spiacevoli inconvenienti e dalla massa di spese gestionali, dalla mancata autosufficienza economica e dalle lamentele della cittadinanza. Finché Comune e Regioni saranno in grado di intervenire per risanare o consolidare il patrimonio, si può proseguire come ora. Ma intanto ci si deve rendere conto che non si può andare avanti all’infinito senza razionalizzare, unificare la piccola dimensione e mettere in campo guide autorevoli e competenti.
Ronconi sulle bollette del metano e risposta della VUS
Il consigliere provinciale UDC Ronconi ha criticato la VUS per l’emissione di bollette del gas con scadenza a fine novembre, che cumulano fatturazione del conguaglio e acconto con importi a più zeri, invitando alla rateizzazione delle somme. La replica della società multi- servizi nota che tutto è previsto dall’autorità nazionale per l’energia e il gas e che, dove previsto, la possibilità di rateizzare è indicata nelle stesse bollette. D’altronde chi si serve del metano sa che costa e che alla fine bisogna pagarlo.
Avvocati umbri scioperano per denunciare la detenzione disumana
Le carceri affollate con stanze dove è possibile alzarsi a turno non sono certo degne di una società civile. Gli avvocati umbri hanno disertato per un giorno le udienze penali per protestare contro il sovraffollamento degli istituti di pena (a Capanne di Perugia come a Maiano di Spoleto), denunciando che il 40% dei detenuti è in custodia cautelare, in attesa di essere ascoltato dal magistrato inquirente o di iniziare il giudizio. Se il carcere deve essere strumento di redenzione e di rieducazione, le condizioni di convivenza disumane sono da evitare.
Raggi assolto
Dopo la sentenza della Cassazione che aveva annullato le sentenze relative alla querela per diffamazione effettuata da un dipendente, Giorgio Raggi è stato assolto con formula ampia dal Tribunale di Terni a cui la Suprema Corte aveva demandato il riesame della questione.
© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI