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La conferenza programmatica cittadina

“Si farà”. Il Sindaco Mismetti – ha detto alla Gazzetta – rispetterà la promessa e auspica “una fattiva e leale collaborazione di tutti, per il bene della città”. Una città che, nei mutati contesti regionali, non può più contare sulla continuità rispetto alla sua migliore tradizione né tanto meno su false discontinuità. Eppure è di futuro che si dovrà parlare, magari partendo dalle “quattordici azioni” che la coalizione Insieme per il futuro si impegnò a realizzare votando Mismetti nel 2009. Sarebbe utile per capire quanto è stato fatto e quel che non è stato fatto, quello che è ancora possibile fare di quel programma e quanto urgano idee nuove che ridefiniscano le priorità per lo sviluppo della città. I cittadini vedono il futuro con preoccupazione: il lavoro, l’occupazione dei giovani, il dimagrimento del settore pubblico, l’economia locale in affanno e certe infiltrazioni poco chiare, il disagio sociale dei più deboli, il centro storico messo sottosopra e di cui nessuno dice con chiarezza quale sarà l’esito e l’utilizzo finale, la comunicazione tortuosa tra Amministrazione e cittadini. I folignati negli ultimi tempi non hanno temuto di far sentire la loro voce, dai comitati ai forum, alle associazioni di categoria e del volontariato. Neppure la Gazzetta è rimasta in panchina. E alle orecchie degli amministratori sono giunte senz’altro lamentele e perplessità, disfunzioni segnalate da più parti e proposte alternative: dallo zuccherificio alle pavimentazioni, dai piani urbanistici ai modelli di rilancio del centro storico, fino alle attività di promozione turistica e culturale o sedicenti tali. Chi governa non deve sentire come fastidio o come critica preconcetta le voci di dissenso e di protesta, perché quando i cittadini si chiedono di chi è la città, altro non fanno che interrogarsi su un bene comune da tutelare e da rilanciare. La politica ascolti, cercando di distinguere la sostanza dagli accidenti, il lamento di moda dalla critica che sa di competenza e di proposta. Accettato il metodo, è sui contenuti che il confronto si fa serrato. Nel programma elettorale di coalizione sopra ricordato si parlava di “favorire l’insediamento nel territorio di imprese a basso impatto ambientale e ad alta tecnologia”, e dunque: “polo aerospaziale dell’Umbria, sistema ferroviario, servizi pubblici locali, piastra logistica, aeroporto, incubatore d’imprese, agricoltura biologica, corretta gestione delle risorse idriche, uso di fonti energetiche rinnovabili, piano energetico comunale”. Si promettevano politiche contro la crisi: la razionalizzazione dei servizi sanitari, l’adeguamento delle infrastrutture, il microcredito, la formazione professionale, l’inclusione sociale. Si parlava di “incremento di residenzialità” nel centro storico e di “città policentrica”. Diverse anche le proposte per turismo, cultura, giovani, sport. Forse si può ripartire da queste prospettive. E concentrare in esse le energie migliori. Lasciando stare per ora la Quintana, i maccheroni, i mercatini, le feste e i festini. Cose stuzzicanti, per chi non ha problemi di portafoglio. Ma lo sviluppo della città richiede ben altro.

© Gazzetta di Foligno – ANTONIO NIZZI

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