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Settimana Politica 2012 – 40

Gentili si dimette da presidente del Consiglio comunale
Sergio Gentili, presidente del Consiglio comunale a Foligno, annuncia le dimissioni per motivi di lavoro. La sua elezione (luglio 2009) resta una pagina poco esaltante della politica folignate; ci vollero, infatti, una decina di votazioni per sanare divisioni nella maggioranza. Giustamente il Sindaco invita tutti a non ripetere ora quella la brutta figura.

Boccali come Mismetti: ripensare l’Umbria
Il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali la pensa come Mismetti sulla necessità di rivedere l’assetto istituzionale umbro. Se il Parlamento non ribalterà la decisione governativa di tagliare la provincia di Terni, si dovrebbe abolire anche quella di Perugia e la Regione dovrebbe divenire l’organo di indirizzo con compiti di organizzare “gli ambiti e i modi per coordinare i Comuni nei settori che sono per forza di cose sovra- comunali”. È quanto dichiara Boccali. In altre parole, le deleghe ora esercitate dalle Province passino direttamente alla Regione. Anche il sindaco di Foligno lo ha ribadito più volte: a prescindere da una o due o nessuna Provincia, l’assetto istituzionale umbro deve essere riconsiderato, specie oggi in cui la crisi economica grava sui cittadini. Sono posizioni condivisibili. Infatti è paradossale che Perugia, già capoluogo, debba possedere tutte le sedi istituzionali: la sede della prefettura, della questura, del tribunale, dei dipartimenti scolastico e stradale – e altro ancora – che si sommano a quella universitaria e ospedaliera. Allora una Regione-capoluogo, anche se mal digerita, sarebbe la soluzione più ragionevole e meno onerosa. Perugia è etichettata come capoluogo-Regione – l’inversione dei termini non ne cambia il significato e la valenza -, a volte per identificarne il potere, altre per rivendicazione di campanile. Oggi il danno minore per le finanze regionali sarebbe questa soluzione da adottare, come afferma Boccali, anche per le altre piccole Regioni italiane.

Costi della politica: tagli nelle Regioni
Tra Regioni e Governo l’accordo per tagli alle indennità e al contributo per consigliere all’attività politica è quantificato in 40 milioni. Il presidente della Giunta percepirà 7.400 euro netti mensili (preso come riferimento lo stipendio della nostra presidente); mentre i consiglieri ne guadagneranno 6.200 (cambia quindi poco per quelli umbri che ora hanno uno stipendio di circa 6.500). 5 mila (solo?) sono per le spese dei gruppi consiliari superiori all’unità.

Popolare di Spoleto chiede i soldi delle Fondazioni
A gennaio la Banca Popolare di Spoleto deve liquidare il Monte dei Paschi che vende la sua partecipazione azionaria (26% del capitale). La dirigenza della banca spoletina fa appello affinché al Monte si sostituiscano le Fondazioni delle Casse di Risparmio, che hanno incassato da poco 150 milioni per la fusione con Cassa di Risparmio di Firenze. La motivazione di questa richiesta è che, in questo modo, la Popolare resterebbe di proprietà umbra. In caso di diniego delle Fondazioni, la Spoleto Credito e Servizi, titolare della maggioranza delle azioni della Popolare, deve ripiegare su altri soci, capaci di portare capitale fresco. E di denari ce ne vorranno abbastanza, sia per compensare il Monte, sia per consolidare il patrimonio della Popolare, oggetto in precedenza di ispezioni della Banca d’Italia, che hanno evidenziato irregolarità nella gestione del credito. Le Fondazioni accetteranno? Quasi certamente non lo faranno, perché tradirebbero i loro statuti. Non solo: entrare di nuovo nel capitale di una banca, seppur umbra, richiederebbe l’utilizzo di competenze e professionalità da acquisire. Anche perché, in caso di risposta positiva all’appello della Popolare, le Fondazioni chiederanno il ricambio degli amministratori o, in alternativa, un ruolo forte nella gestione della banca.

Fondazioni nel capitale Gepafin: si può fare
Quei 150 milioni fanno gola anche alla Gepafin, finanziaria della Regione Umbria, per aumentare il capitale sociale. Le Fondazioni delle Casse di Risparmio, compresa quindi quella folignate, potrebbero (e ciò è più fattibile dell’ipotesi Popolare di Spoleto) costituire in Gepafin un sostanzioso fondo da utilizzare per il finanziamento di impresa.

© Gazzetta di Foligno – GIANCARLO ANTONELLI

 

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